Una vera e propria rivoluzione fiscale sta per realizzarsi, a partire dal prossimo anno. Vediamo di cosa si tratta e chi potrà beneficiarne.
E’ sempre stato un leitmotiv tipico del centro-destra, quello di una radicale revisione del sistema fiscale italiano. E, in effetti, per quanto ad oggi sappiamo, il 2024 segnerà, da questo punto di vista, una vera e propria rivoluzione.
A prescindere infatti dalla – già di per sé innovativa – revisione delle aliquote IRPEF, che passeranno dalle attuali quattro a tre, con una sensibile riduzione del peso fiscale soprattutto sui ceti medi, il governo Meloni sta riflettendo sull’introduzione di un’ulteriore rilevantissima novità.
Parliamo de cosiddetto “quoziente familiare“, ovverosia di un sistema – del tutto nuovo in Italia – con il quale calcolare l’imponibile pro capite su cui applicare le aliquote dell’imposta sui redditi delle persone fisiche. Il metodo di calcolo non è in realtà molto complicato ma, essendo una novità assoluta, merita una breve ma puntuale descrizione.
Innanzitutto, una precisazione: il quoziente familiare non è una semplice revisione dell’ISEE. Quest’ultimo infatti è un indicatore economico del nucleo familiare che considera assieme le entrate, le uscite e l’intero patrimonio della famiglia. Il quoziente, di contro, considera esclusivamente il reddito e la composizione demografica del nucleo.
L’idea che sta dietro il quoziente familiare è quella di considerare il reddito complessivo lordo della famiglia e dividerlo per il numero dei componenti del nucleo, ovviamente secondo coefficienti specifici.
Tali coefficienti numerici dovrebbero essere, per quanto ad oggi sappiamo: 1 per un single; 2 per una coppia sposata/convivente; 0,5 per il primo e secondo figlio; 1 per ogni figlio dopo il secondo; 0,5 per genitori single. Dal terzo figlio in poi o in presenza di un figlio disabile il coefficiente diviene pari a 4, e non può più salire. Ad esempio, una coppia con due figli avrà un coefficiente composto pari a 2+0,5+0,5=3.
Restiamo ancora sull’esempio della coppia con due figli, il cui coefficiente abbiamo detto essere pari a 3, e vediamo come applicare il quoziente familiare per calcolare la tassazione IRPEF. Supponiamo che entrambi i genitori lavorino e che, al netto dei contributi previdenziali, portino a casa un reddito cumulativo familiare pari a 36.000 € (26.000 € il padre e 10.000 € la madre).
A questo punto entra in gioco il quoziente: il cumulo dei redditi va cioè diviso per 3. Il valore ottenuto, pari a 12.000 € è il reddito pro capite “medio” dei soggetti passivi IRPEF in famiglia, cioè il padre e la madre. Su questi valori, e non sui redditi realmente percepiti, dovrà essere applicata l’aliquota fiscale – in questo specifico caso – del 23%, con un risparmio di oltre 2.500 €.