Lavoro

Lavoro, se abbandoni la chat di WhatsApp vieni licenziato: il caso ha dell’incredibile | Può succedere davvero a chiunque

Quanto può costare abbandonare il gruppo di lavoro su Whatsapp. www.Jobsnews.it

L’incredibile caso di un lavoratore licenziato per aver abbandonato la chat Whatsapp di lavoro. E se capitasse anche a noi?

Avreste mai immaginato di poter essere licenziati per aver abbandonato una chat di lavoro un po’ troppo invadente? E’ l’incredibile storia capitata ad un lavoratore che si è visto buttare fuori dall’azienda senza tanti complimenti.

Un caso decisamente singolare che, però, rischia di tracciare un solco tra ila nostra privacy digitale e le aspettative del datore di lavoro, costringendo tutti a riflettere  sull’importanza di comprendere le dinamiche delle chat online in ambito lavorativo ed i relativi limiti da osservare e rispettare.

La vicenda non è di casa nostra, ma si svolge comunque in un paese comunitario: comunque subordinato, quindi, anche alle norme previste dalla legislazione europea che, su questi argomenti, ha già tracciato una linea piuttosto chiara.

In Italia, ad esempio, non esiste una normativa specifica che regoli l’uso di chat come quella dei gruppi WhatsApp in ambito lavorativo. Tuttavia, la giurisprudenza ha fornito alcune indicazioni su questo argomento, equiparando le conversazioni all’interno di un ambiente chiuso, com’è una chat di gruppo, alla corrispondenza privata: i messaggi, come le lettere, sono da considerarsi personali ed inviolabili da parte di terzi.

La giurisprudenza in Italia

Il tribunale di Firenze, nel 2019, si è pronunciato precisando proprio che i gruppi chiusi tra colleghi di lavoro su WhatsApp devono essere considerati come una forma di comunicazione privata e riservata.

La Corte di Cassazione, inoltre, ha stabilito che tutto ciò che viene scritto in tali gruppi costituisce una forma di comunicazione privata in cui i lavoratori possono esprimere liberamente le proprie opinioni, anche in modo colorito, riguardo persino la gestione aziendale.

La gurisprudenza italiana si è già pronunciata in merito. www.Jobsnews.it

Il caso del lavoratore licenziato per aver abbandonato la chat di lavoro WhatsApp

La vicenda, come detto, arriva dalla spagnola Cadice ed ha come protagonista il dipendente di un’impresa di servizi ospedalieri reo, secondo il datore di lavoro, di aver abbandonato la chat interna impiegata per organizzare i turni di lavoro. Dopo vani e ripetuti solleciti per convincere il lavoratore a rientrare nel gruppo è arrivato puntuale,  il licenziamento, con la motivazione che l’abbandono della chat avrebbe reso impossibile la corretta organizzazione delle rotazioni dei turni tra i colleghi.

Diversa la versione del lavoratore che, invece, sosteneva che l’azienda utilizzasse la chat come strumento di controllo dell’operato dei dipendenti, sollecitati ad inviare foto e video delle attività lavorative di ciascuno, al fine di monitorare la durata e la qualità delle loro prestazioni. Il sindacato Cgt ha assunto la difesa del lavoratore, denunciando che quella gestione del gruppo Whatsapp rappresentasse un’aperta violazione del diritto alla disconnessione e del rispetto della privacy, frantumando ogni norma sulla protezione dei dati personali.