Lavoro occasionale, con PrestO i ricavi sono assicurati ma attenzione alle limitazioni | Se superi queste cifre le sanzioni sono altissime
Tutto quello che c’è da sapere sul contratto di prestazione occasionale: limiti e obblighi di PrestO da conoscere
Il contratto di prestazione occasionale, conosciuto anche come PrestO, offre un’opportunità per il lavoro saltuario e di breve durata, ma è fondamentale rispettare i limiti e le regole per evitare sanzioni elevate.
In più, è sempre consigliabile verificare la situazione caso per caso, considerando il settore di appartenenza, il contratto collettivo applicato e le diverse casistiche nell’ambito in cui matura.
Per accedere a un contratto di prestazione occasionale, datori di lavoro e prestatori d’opera dovranno registrarsi entrambi sulla piattaforma Inps dedicata e che, una volta assolte le prescrizioni previste, sarà direttamente coinvolta nelle operazioni di erogazione ed accredito dei compensi e, automaticamente, andrà ad aggiornare anche lo status contributivo del lavoratore.
In alternativa, chi dovrà pagare la prestazione potrà farlo anche attraverso il caro e sempreverde modello F24, purché la comunicazioni sia inoltrata almeno 1 ora prima dell’effettivo inizio dell’attività occasionale richiesta: come? Attraverso il servizio online di Inps.
Prestazione di lavoro occasionale: chi può richiederla e chi può offrirla
I datori di lavoro privati potranno tutti avvalersi di PrestO, purché vengano rispettati i limiti che vedremo. Anche le pubbliche amministrazioni potranno arruolare prestatori di lavoro occasionali, purché si tratti esigenze temporanee o eccezionali per un massimo di 280 ore nell’anno civile (1° gennaio – 31 dicembre).
Non potranno avvalersi di prestatori di lavoro occasionale gli utilizzatori che abbiano alle loro dipendenze più di 5 lavoratori a tempo indeterminato e, nello specifico le imprese agricole, a meno che con si tratti di prestazioni rese da pensionati, studenti, disoccupati o percettori di misure di sostegno al reddito che non siano iscritti, dall’anno precedente, nell’elenco dei lavoratori agricoli. Divieto di avvalersi di prestatori di lavoro occasionali anche per imprese edili e nei settori affini (cave di marmo, miniere, torbiere …) e per quelle che debbano eseguire opere o servizi in appalto.
PrestO, i limiti da non superare e compensi minimi
Il compenso minimo orario non potrà essere inferiore a 9,00 euro, e quello giornaliero a 36 euro. Tutti i compensi derivanti dai PrestO sono esenti da tasse, non influiscono sullo stato di disoccupazione. Il prestatore occasionale, come ogni lavoratore, ha diritto all’assicurazione IVS, all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali, al rispetto del riposo giornaliero, delle pause e dei riposi settimanali.
Le prestazioni di lavoro occasionali sono configurate giuridicamente in un contesto piuttosto preciso che prevede condizioni specifiche sulla base dell’arco temporale di un anno civile. Il primo limite è il compenso percepito dal lavoratore, che non può superare i 5.000 euro annui totali, anche se ha lavorato per più committenti; conseguentemente, il l’utilizzatore non potrà erogare, nell’anno, compensi superiori ai 5.000 euro totali tra tutti i lavoratori. Ogni regola ha la sua eccezione, però: vi sono prestatori occasionali per i quali i compensi vengono conteggiati al 75% del loro importo, consentendo loro di raggiungere il limite di 6.666 euro e, altrettanto, varrà per l’utilizzatore: va precisato però che tutti i compensi percepiti dal lavoratore si intendono al netto di contributi previdenziali (33%), premi assicurativi (3,5%), e costi di gestione Inps (1%), poiché questi sono tutti costi a carico dell’utilizzatore.