Mobbing, vittoria dei lavoratori: anche un solo atto può costare caro | La sentenza della Cassazione obbliga a migliaia di euro di risarcimento
La sentenza parla chiaro e finalmente i lavoratori potranno essere risarciti anche per un solo episodio avvenuto con modi e toni inopportuni.
Il mobbing è una forma di comportamento aggressivo e dannoso nei confronti di un individuo all’interno dell’ambiente di lavoro. Questo comportamento può essere perpetrato da colleghi, superiori o persino subordinati ed è caratterizzato da una serie di azioni di ripetute nel tempo.
Esso è noto anche come molestia psicologica sul lavoro o bullismo sul posto di lavoro. Spesso e volentieri, vi è la ripetitività di comportamenti dannosi ripetuti nel tempo. Il mobbing può manifestarsi in diversi modi tra cui insulti, umiliazioni, minacce, discriminazioni, diffamazione e sabotaggio del lavoro.
Gli aggressori cercano spesso di minare la fiducia e l’autostima della vittima. Tali vittime possono subire gravi conseguenze psicologiche, tra cui ansia, depressione, stress, disturbi del sonno, riduzione della fiducia e disturbi fisici.
Questo può influire negativamente sulla loro capacità di svolgere il lavoro in modo efficace. Purtroppo, questo comportamento aggressivo crea un ambiente di lavoro tossico e ostile in cui le vittime si sentono costantemente minacciate e indifese.
Le leggi a supporto delle vittime
In molti Paesi, il mobbing è illegale e le vittime possono ricorrere a vie legali per cercare rimedio. Le leggi variano da giurisdizione a giurisdizione ma spesso prevedono sanzioni contro gli aggressori. Per affrontare il mobbing è importante che le organizzazioni promuovano un ambiente di lavoro rispettoso, implementino politiche anti-mobbing e forniscano formazione sulla gestione del conflitto e sul rispetto nei luoghi di lavoro.
Purtroppo, spesso le vittime sono restie a trovare la forza da sole per cercare un supporto psicologico e successivamente una conseguenza legale. Per affrontare ciò, in modo tempestivo, ci sono delle leggi che tutelano sia le vittime di mobbing e ci sono anche le leggi contro la discriminazione e l’harassment. Queste leggi spesso coprono fattori come genere, religione, orientamento sessuale e disabilità. Molte organizzazioni hanno sviluppato politiche interne per affrontare questo dannoso problema e queste politiche definiscono i protocolli per la segnalazione del mobbing e i passi che l’organizzazioni intraprenderà per indagare a affrontare la situazione.
La Corte di Cassazione si pronuncia
Secondo quanto riportato da ntplusdiritto.ilsole24ore.com, adesso, anche un solo atto stressante da parte del superiore fa scattare il diritto a risarcimento. Quindi, non si parla di mobbing che richiede una condotta ripetuta nel tempo ma di straining e cioè di una condotta isolata.
Ciò lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 29101. Il tutto sarebbe emerso in seguito al caso di un dipendente della Telco che aveva avuto, dopo il demansionamento, il diritto ad essere inquadrato nel 5 livello CNLL.