Partita Iva, questa possibilità la conoscono in pochi: se la sfrutti a pieno riesci a guadagnare il doppio | È tutto legale
Scopriamo come sia possibile conciliare l’attività autonoma con altri lavori, tutto quanto alla luce del sole.
Molte volte, si sa, uno stipendio non basta. A seconda di dove si vive e delle spese che si hanno da sostenere, non è poi così difficile trovarsi in difficoltà economica, nonostante si lavori.
Un tempo una busta paga era sufficiente a coprire le esigenze di una intera famiglia; oggi, come minimo, ce ne vogliono due. E non è detto affatto che bastino. Inoltre, se si hanno figli, può anche accadere che uno stipendio in più significhi anche molte più spese.
Quando ad esempio moglie e marito lavorano entrambi full time, si deve anche prevedere un costo aggiuntivo per la baby-sitter, o per il doposcuola. La soluzione più auspicabile, pertanto, sarebbe quella di un lavoro fisso, da dipendente, integrato da un ulteriore reddito come autonomo. Quantomeno per uno dei due genitori, lasciando l’altro più libero per la cura della prole.
Ma è possibile conciliare l’apertura di una partita Iva con il lavoro da dipendente? Se pur con alcune eccezioni, si può molto spesso trovare la possibilità di abbinare un lavoro autonomo o libero professionale con l’attività di lavoro subordinato. Vediamo meglio come stanno effettivamente le cose.
Partita Iva e lavoro dipendente
Per chi lavora come dipendente nel settore privato, non esistono particolari limitazioni nell’aprire una partita Iva. Gli unici ostacoli reali sono l’eventuale concorrenza sleale nei confronti del proprio datore di lavoro e, in alcuni casi, il tempo effettivo da trovare per poter lavorare per sé.
Se si mettono in essere attività in proprio che risultano palesemente in concorrenza con quelle esercitate dall’azienda per la quale si lavora, si è infatti ovviamente passibili di licenziamento giustificato. Per semplificare, tale sarebbe il caso di un impiegato di una agenzia di assicurazioni che contemporaneamente esercitasse l’attività autonoma di procacciatore di polizze per altri.
Partita Iva e pubblico impiego
Diverso e più problematico è il caso di un lavoratore del pubblico impiego che volesse intraprendere una attività autonoma o libero professionale. In tal caso va detto subito che un dipendente full time della pubblica amministrazione non può – tranne in un caso – intraprendere alcuna attività di lavoro autonomo.
L’eccezione è rappresentata dagli insegnanti i quali, se iscritti anche ad un ordine professionale – come gli avvocati o i dottori commercialisti – possono esercitare la professione se in armonia con le materie insegnate. Infine, via libera alla partita Iva per i dipendenti del pubblico part time: se l’orario di lavoro è inferiore alle 18 ore settimanali, si può esercitare un’ulteriore attività autonoma, a patto che questa non sia in conflitto di interessi con la funzione pubblica.