Baby-sitter, se chiedi l’aiuto senza contratto rischi multe salatissime: per metterti in regola hai una sola possibilità | Forse sei ancora in tempo
Pesante sanzione se non segui questa regola. Rimedia subito prima di avere grossi problemi. Come fare? Segui queste dritte.
Il concetto di baby-sitter, ovvero una persona pagata per prendersi cura dei bambini durante l’assenza dei genitori, ha origini che risalgono a diversi decenni fa. Tuttavia, l’evoluzione del ruolo è avvenuto in modo graduale nel corso del tempo.
Tale figura inizia a prendere forma negli Stati Uniti durante gli anni ’20 e ’30 quando le donne iniziano a entrare nel mercato del lavoro e c’era necessità di fornire assistenza ai bambini in assenza di entrambi i genitori.
Negli anni successivi, il concetto di baby-sitter si diffonde in altri Paesi, compresa l’Italia, parallelamente all’aumento della partecipazione femminile al mondo del lavoro. In Italia, l’uso delle baby-sitter diventa più diffuso a partire dagli anni ’70, e l’aumento della consapevolezza riguardo all’importanza dell’assistenza professionale per i bambini ha contribuito a consolidare questo ruolo nel contesto del nostro Paese.
La baby-sitter è incaricata di fornire cure e sorveglianza temporanea ai bambini quando i genitori sono assenti. Fra questi compiti c’è sicuramente quello di monitorare il comportamento e le attività dei bambini per garantirne la sicurezza.
Ulteriori compiti delle baby-sitter
Bisognerà essere abile nel preparare pasti leggeri o assistere i bambini durante questi. Al fine di educarli ed impegnarli al meglio sarà richiesto di organizzare delle attività utili. Considerando che l’età dei bambini da assistere può variare, le baby-sitter devono anche assisterli nei compiti scolastici, se necessario.
La comunicazione fra la baby-sitter e i genitori deve essere sempre trasparente e prolifica al fine di informarli sugli sviluppi durante la loro assenza. Ricordiamo che comunque questo ruolo non sostituisce né quello dell’insegnante né quello dell’educatore a tempo pieno ma fornisce un supporto temporaneo e attento alle esigenze dei bambini mentre i genitori sono fuori per lavoro e non solo.
Come regolarizzare questo lavoro
È giusto dire che per svolgere questo lavoro bisogna assolutamente evitare di lavorare in nero onde ritrovarsi con diverse sanzioni amministrative e civili che comporterebbero anche un risarcimento danni.
Le famiglie devono regolarizzare l’assunzione di baby-sitter attraverso anche la comunicazione del rapporto di lavoro all’INPS. Qualora questa comunicazione non dovesse avvenire, oltre alla sanzione ci sarebbe anche il mancato pagamento dei contributi alla lavoratrice in questione. Se la famiglia non dovesse regolarizzare il contratto della baby-sitter, quest’ultima potrebbe imbastire una causa civile al fine di indurre la famiglia a pagare il TFR, l’indennità di preavviso, le ferie e ratei di tredicesima.