Opzione Donna, il 2024 sorride alle lavoratrici: i cambiamenti in vista rivoluzioneranno la pensione | Tutte le novità raccolte in poche righe
La proroga di Opzione Donna per il 2024 presenta però alcune importanti restrizioni per l’accesso. Ma ancora non è detta l’ultima parola.
La possibilità di accedere anticipatamente alla pensione – nonostante si sia ancora lontane dall’età anagrafica necessaria per maturare i requisiti di vecchiaia – è una via che molte donne, costrette a fare più di un lavoro, in casa e fuori casa, hanno intrapreso nel corso degli ultimi anni.
Opzione Donna, questo il nome con cui sono noti i dettami dell’Art.16 del DL 4/2019, in origine prevedeva la possibilità di uscire dal mondo del lavoro a 58 anni se dipendenti e a 59 se autonome, con l’unico vincolo di aver maturato 35 anni di anzianità contributiva.
Altra condizione obbligatoria per l’uscita anticipata, era l’obbligo di adottare, per il trattamento pensionistico, le regole del sistema contributivo. La Legge di Bilancio 2023 ha poi modificato i requisiti di accesso, portando l’età anagrafica a 60 anni per tutte le lavoratrici.
Per contrastare i requisiti peggiorativi dell’età anagrafica, si è introdotta la riduzione della stessa di un anno per ogni figlio, nel limite massimo di due anni. In aggiunta, però, si è anche introdotto una ulteriore restrizione, che riduce di parecchio, di fatto, la platea delle possibili beneficiarie della misura.
Le restrizioni per l’accesso ad Opzione Donna
Le donne che intendono avvalersi dell’opzione di anticipazione della quiescenza, debbono infatti trovarsi in una delle tre seguenti condizioni. Esse debbono assistere, da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave (Legge 104); in alternativa, un parente o affine di secondo grado convivente con handicap grave se gli altri membri del nucleo familiare sono anch’essi invalidi o hanno più di settant’anni.
La seconda condizione è quella di avere una invalidità civile riconosciuta con una percentuale pari o superiore al 74%. La terza è che le richiedenti siano state licenziate o siano dipendenti di imprese in stato di crisi, con un tavolo di confronto aperto al MIMIT. Quest’ultima condizione riduce di default l’età anagrafica di accesso a 58 anni.
Opzione Donna nel 2024
La Legge di Bilancio 2024 è in fase di lavorazione, ma già si conoscono alcune ipotesi che circolano su modifiche ulteriori ad Opzione Donna.
E’ infatti possibile un ulteriore innalzamento dell’età anagrafica di accesso a 61 anni, che dovrebbe comunque scendere di un anno per ogni figlio, nel limite massimo di due anni. Ma la discussione, in parlamento, è ancora aperta, e sono pertanto possibili miglioramenti dell’ultima ora. Le opposizioni stanno infatti spingendo fortemente per il ripristino del vecchio schema: 58/59 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi versati, senz’altro vincolo alcuno. Vedremo nei prossimi mesi come andrà a finire.