Pensione, arriva un taglio allucinante: lo Stato risparmia sulle spalle di queste categorie | 3mila euro persi per sempre
Pensioni, risparmi in vista per 21 miliardi per le casse dello Stato tagliando fino a 2.700 euro all’anno per alcune categorie.
Proteste in vista per l’annuncio di modifiche sostanziali per le pensioni di diverse categorie: la legge di Bilancio proposta dal governo, in particolare l’articolo 33, sta sollevando non pochi malumori per una serie di lavoratori, dai dipendenti pubblici ai medici. Tuttavia, c’è la prospettiva che questo taglio possa essere limitato alle sole pensioni anticipate, preservando quelle di vecchiaia.
Senza modifiche, la proposta del governo potrebbe colpire 31.500 assegni nel 2024, portando a un risparmio stimato di 11,5 milioni per le casse dello Stato. Da un taglio medio di circa 365 euro all’anno nel 2024, si arriva ai 530 euro nel 2025 e a 658 euro nel 2026. E queste cifre, che rappresentano una media, nascondono notevoli differenze basate sull’anzianità di servizio e sul reddito: la Cgil ha stimato perdite annuali fino a 850 euro per i lavoratori con un’anzianità che parte dal 1992.
I tagli avanzati dal governo si basano sulla revisione di un modello del 1965 e rimasto invariato fino ad oggi: mentre per la maggior parte dei lavoratori il rendimento era del 2% per ogni anno di servizio, garantendo un assegno corrispondente all’80% dello stipendio dopo 40 anni, in 4 casse previdenziali era previsto un rendimento iniziale fino al 23,8% nel primo anno e diminuendo progressivamente, ma in modo da assicurare tra l’80 ed il 100% dello stipendio, così da garantire agli eredi un assegno di reversibilità nel caso di morte prematura del lavoratore.
Le modifiche relative alla revisione del super rendimento porteranno a risparmi netti di oltre 21 miliardi. Ancora più significativo, però, sarà il taglio dell’indicizzazione delle pensioni superiori a 4 volte il minimo, con risparmi annunciati di 36,8 miliardi fino al 2032.
Correzioni in vista: addio super rendimento e indicizzazione
Ad esempio, chi riceve una pensione di 1.786 euro netti al mese potrebbe subire una perdita di 6.673 euro se uomo e 7.804 se donna, considerando l’aspettativa media di vita; la perdita sale rispettivamente a 31mila e 36mila euro per chi ha una pensione netta di 2.735 euro al mese.
L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB, ndr) ha tranquillizzato sulle correzioni alle 4 casse previdenziali, suggerendo che il super rendimento non verrà eliminato del tutto. Si prevede un impatto minimo su chi sta per andare in pensione, mentre coloro che hanno almeno 15 anni di anzianità all’interno delle regole retributive resteranno indenni, ma i giovani subiranno maggiormente l’impatto.
I medici la categoria più colpita
Le proiezioni dell’UPB per il 2025 indicano che circa 7.300 medici andranno in pensione subendo una riduzione media del loro assegno di circa 2.767 euro all’anno, a differenza dei 619 euro di riduzione che subiranno i nuovi pensionati degli enti locali nello stesso periodo.
L’impatto di queste misure si protrarrà nel tempo: dal 2024 al 2043, la platea di pensionati colpiti crescerà costantemente, superando le 509.000 pensioni nel 2033 e stabilizzandosi oltre le 700.000 dal 2039 in avanti. Ciò comporterà un risparmio cumulativo in costante crescita pari, entro il 2043, a 32,9 miliardi lordi che, al netto delle ritenute fiscali, scenderebbero a 21,4 miliardi.