1700 euro per dipendenti, il portafoglio del 2024 è più pieno per le famiglie: se rientri in questa categoria hai fatto bingo
2024, anno di miglioramenti per le buste paga dei lavoratori grazie alla decontribuzioni: alcuni, però, ci guadagneranno di più
Dal 1° gennaio 2024 alcune categorie di dipendenti potranno vedere in busta paga aumenti fino a 1.700 euro, grazie alla riduzione dei contributi a carico dei lavoratori prevista nella legge di bilancio 2024. Si tratta di una sforbiciata sui contributi previdenziali pari al -9,19% che può tradursi fino ad un massimo di 3.000 euro l’anno lordi.
Questa somma, però, non costituisce interamente l’aumento della retribuzione netta, perché va comunque sottoposto a tassazione: non sono 3.000 euro nel portafoglio, ma rientrano nella base imponibile su cui agirà poi il prelievo fiscale.
Il beneficio, al netto delle imposte, crescerà progressivamente, attestandosi sui 1.700 euro l’anno, che corrisponde, quindi, a circa 130 euro mensili, per retribuzioni lorde di circa 27.500 euro, rimanendo inalterato per buste paga più corpose.
Inoltre la misura non sarà strutturale, come pensato nella fase iniziali: dopo aver fatto bene i conti, si è pensato bene di farne una misura sperimentale della durata di 3 anni al massimo, con altre limitazioni sorte dopo l’approvazione della bozza di Legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre scorso.
Bonus in busta paga: chi ne beneficia e perché
La decontribuzione previdenziale a carico dei lavoratori, però, non è la medesima per tutti i dipendenti: questo articolo riguarda soltanto una categoria in particolare: stiamo parlando delle madri lavoratrici e, infatti, questa misura prende il nome di “bonus mamme”. La misura è calibrata per due categorie di madri lavoratrici: quelle che hanno due figli minori a carico e quelle che ne abbiano almeno tre.
Sul fronte della quota di contributi che passano a carico dello Stato – mentre prima erano a carico dei lavoratori – le madre lavoratrici potranno vedere l’aumento vero e proprio del 9,19% sull’imponibile previdenziale lordo solo quando si esaurirà il taglio del cuneo fiscale per tutti i lavoratori che, attualmente, prevede una sforbiciata dal 6 al 7%, in funzione del reddito percepito, per tutto il 2024 ma non oltre.
Madri lavoratrici: misura sperimentale per tre anni al massimo
Fino ad allora, infatti, il bonus per le madri lavoratrici potrà, al massimo, tradursi in un aumento reale del 2,19% e del 3,19%: per vedere gli aumenti nel loro complesso, bisognerà attendere almeno il 2025.
Dal prossimo gennaio, potranno godere del bonus mamme – e solo fino al 31 dicembre 2024 – le donne con due figli a carico e, in ogni caso, fino al compimento del 10° anno di età del figlio minore; ne beneficeranno, invece, fino al 31 dicembre 2026, le madri lavoratrici con almeno tre figli e comunque fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo.