Naspi, se non ti arriva quando smetti di lavorare devi preoccuparti: in questo caso non ti spetta nulla
Non sempre si ha diritto a questa indennità. Se appartieni a questa categoria puoi dire addio a questa importante opportunità.
In Italia, non tutti sanno che esiste la Naspi, ma di cosa si tratta? Sta per Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego ed è nata a partire dal 2015 nel nostro Paese. L’obiettivo è stato quello di sostituire la vecchia Aspi.
Essa è un vero e proprio sostegno al reddito che è rivolto proprio a lavoratori dipendenti che si ritrovano in una situazione di disoccupazione momentanea ed involontaria. Nasce soprattutto in aiuto di tutte quelle persone che perdono il lavoro, non per proprie cause.
C’è un modo preciso per poter accedere alla Naspi? Se ci si trova in un momento di disoccupazione, bisogna stare attenti ad avere tutti i requisiti giusti per accedervi. Fra questi, deve esserci sicuramente quello di aver versato correttamente i contributi previdenziali per un periodo ben preciso.
Essa quindi mira ad aiutare economicamente tutte quelle persone che, anche se hanno perso il lavoro, hanno comunque dato un importante contributo al sistema previdenziale. L’importo della Naspi, chiaramente, non è uguale per tutti.
Le soglie da non superare
Viene calcolato in base a quelle che sono state le contribuzioni versate dal lavoratore nel periodo in cui era impegnato. C’è anche un tetto massimo oltre il quale non si può andare ed anche la durata di tale beneficio.
Essa, in modo particolare, varia anche in base alla durata del periodo di contribuzione. Non si può superare soglia 24 mesi. Tutte le persone che beneficiano di questo sussidio, devono anche adempiere a degli obblighi ben precisi come la ricerca di un nuovo impiego e, dove richiesto, anche ad eventuali partecipazioni a programmi di formazione o di qualifica professionale. Se questi obblighi non dovessero essere seguiti in modo corretto, potrebbe esserci anche l’interruzione del beneficio.
Quando spetta la Naspi
La richiesta per ottenere questo importante supporto deve essere presentata presso l’Inps o comunque presso un ente previdenziale competente. Negli ultimi anni, sono molti gli uffici CAF che si occupano di aiutare i cittadini proprio per compilare queste domande che spesso si rivelano essere complesse.
C’è una categoria, però, che non ha diritto alla Naspi. Infatti, se non si è lavorato almeno per 13 settimane in cui sono stati versati correttamente i contributi, non si avrà diritto al sussidio. Non bisogna mai pensare che la settimana di lavoro vara di pari passo con quella di contribuzione. Al fine, infatti, di poter avere il riconoscimento di una settimana di contributi bisogna aver raggiunto almeno il minimale contributivo.