Lavoro, Bill Gates lancia la bomba: d’ora in poi “basteranno 3 giorni a settimana” | Futuro più roseo per tutti
Lavorare tre giorni a settimana: questo è il panorama futuro dei lavoratori secondo Bill Gates. Sarà vero?
Bill Gates, 68 anni e una medaglia sul petto: quella di aver contribuito, insieme ad altri visionari, a cambiare il modo in cui interagiamo con il mondo che ci circonda e diventando, così uno degli uomini più ricchi del pianeta.
Di certo è uno che di visione del futuro se ne intende e che ha trasformato, insieme alla generazione geniale della Silicon Valley, quella che fino a pochi anni fa era solo fantascienza in quotidianità.
La sfida rappresentata dall’innovazione tecnologica, però, rischia di aprire un cammino periglioso: così come accadde per la rivoluzione industriale prima e per la rivoluzione tecnologica dovuta ai computer e all’automazione, l’impatto sull’occupazione rischia di essere violentissimo.
I tempi di reazione alle innovazioni di imprese e lavoratori, però, si sono notevolmente ridotti e, se solo quarant’anni fa, il massimo dell’office automation era rappresentato dal fax, oggi nessuna realtà imprenditoriale – dalla più piccola alla più titanica – trascura i vantaggi rappresentati dalla tecnologia, con il risultato che le aziende hanno introdotti nuovi sistemi e le competenze dei lavoratori sono accresciute per adeguarsi ai nuovi strumenti di lavoro.
Tifoserie opposte per l’IA
Se “il futuro è già qui”, Bill Gates è decisamente uno degli uomini più titolati ad aprirgli le porte e in una recente intervista sul podcast “What Now?” (“Adesso che si fa?”) ha tessuto le lodi dell’impiego dell’Intelligenza Artificiale nei luoghi di lavoro. Secondo il magnate americano, questa rivoluzione hi-tech regalerebbe ai lavoratori ben 4 giorni di vita personale e sociale, riducendo la settimana lavorativa a soli tre giorni.
Anche l’AD di JpMorgan Chase, Jamie Dimon, è sulla medesima lunghezza d’onda di Gates: le previsioni dei due sono piuttosto simmetriche e la visione di Dimon anticipa che i lavoratori potrebbero riuscire addirittura ad evitare il rischio di ammalarsi di cancro. Critica, invece, la posizione di Goldman Sachs, i cui analisti hanno valutato che l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sull’occupazione genererebbe una prima perdita di 300 milioni di posti di lavoro. E in quanto tempo sarebbero recuperabili?
Intelligenza Artificiale, comunque una realtà
Insomma, il mondo dei “grandi” è diviso in due: Marc Andreessen, co-fondatore di Andreesen Horowitz, ha pubblicato un saggio-manifesto – “The Techno-Optimist Manifest” – che tesse le lodi dell’IA, definendola una sorta di moderna alchimia.
La realtà del presente, invece, consegna una fotografia differente: le grandi e grandissime aziende si adegueranno più velocemente delle più piccole e una buona parte di mondo sarà esclusa, nel breve periodo, da questi benefici. Quanto al costo pagato dai lavoratori, quello sarà il più alto nei primi tempi: la durata di questo periodo dipenderà, ancora una volta, dal rispetto degli imprenditori verso la classe lavoratrice. Una questione, però, è fuor di dubbio: l’IA è già entrata nel quotidiano e l’unica chance è adeguarvisi velocemente, per ridurre perdite e sofferenze e puntare ai benefici nel più breve tempo possibile.