Partita IVA, per sapere quanto guadagni davvero devi fare esattamente così: segui questi consigli ed evita sorprese
Regime ordinario o forfettario che sia, calcolare quanto si paga di tasse con la partita IVA è semplice. Vediamo assieme come si fa.
Come faccio a sapere quanto posso spendere al mese se ho la partita IVA? Quanto devo accantonare via via per pagare le tasse e i contributi?
Le due domande appena poste sono piuttosto comuni tra i lavoratori autonomi alle prime armi. Proviamo quindi a chiarire tutti i dubbi principali che possono tormentare chi ha appena aperto una partita IVA. Innanzitutto, la prima cosa da sapere è che il regime contabile di cui avvalersi è – salvo situazioni particolari – quello cosiddetto “forfettario“.
Il regime forfettario è infatti particolarmente indicato per i lavoratori autonomi che hanno appena iniziato l’attività ed hanno costi non troppo alti. L’importante è non superare un reddito annuo di 85.000 €. La base imponibile del proprio reddito, su cui poi applicare l’aliquota fiscale – che è piatta e al 15% – è ridotta rispetto a quanto fatturato.
Per ottenerla, si deve infatti moltiplicare il fatturato per una percentuale, detta coefficiente di redditività, la quale varia da attività ad attività. Ad esempio, un commerciante al dettaglio ha un coefficiente di redditività pari al 40%: ciò significa che egli pagherà le tasse solamente sul 40% del proprio fatturato. Un professionista (avvocato, assicuratore, ecc.), ha invece un coefficiente di redditività più alto, pari al 78%.
Tassazione agevolata e contributi
Per chi inizia una attività ex novo, il fisco consente un agevolazione ancora maggiore. L’aliquota fiscale del 15%, infatti, in tal caso scende addirittura al 5% per i primi cinque anni.
Prima però di calcolare quante tasse si debbono pagare, è importante sapere che dal reddito imponibile – che ricordiamo si ottiene applicando il coefficiente di redditività su quanto fatturato ed incassato nell’anno – vanno sottratti gli oneri contributivi. Questi ultimi variano da settore a settore: per artigiani e commercianti c’è un minimo annuo da versare all’INPS, di poco superiore, in entrambi i casi, a 4.200 € annui.
Come calcolare quante tasse pagare
Per tutti coloro che invece sono iscritti alla Gestione Separata INPS, come i professionisti, un minimo versamento annuo non c’è, ma si deve semplicemente applicare una percentuale al reddito imponibile, pari al 26,23%.
A questo punto è possibile sapere quanto si deve pagare, in un anno, di tasse. Supponiamo di essere un professionista iscritto alla Gestione Separata, con 50.000 € di fatture incassate. Essendo il coefficiente di redditività pari al 78%, dovremmo considerare come reddito imponibile, solamente 39.000 €. Da questa cifra vanno ora tolti i contributi, pari al 26,23% del totale, ossia 10.230 €. Su ciò che rimane, ovvero 28.770 €, vanno calcolate le tasse da pagare, che sono o il 15% o, se nuova attività nei primi cinque anni, il 5%. Nel primo caso si deve al fisco 4.315,50 €, nel secondo solamente 1.438,50 €. Da tutto questo calcolo ne deduciamo che il reddito netto annuo è pari o a 24.454,50 € – nel caso di tassazione a 15% – o a 27.331,50 € – nel caso di tassazione agevolata al 5%.