Pignoramento, se arriva la notifica segui questa procedura: solo facendo così eviti il peggio
E’ possibile contrastare legalmente una notifica di pignoramento, ma soltanto seguendo attentamente alcuni passi necessari. Vediamo quali.
Nonostante le apparenze – “i ristoranti pieni”, come un tempo diceva qualcuno – la situazione economico-finanziaria delle famiglie italiane va sempre più peggiorando. Risulta infatti assai difficile riuscire ad arrivare serenamente alla fine del mese e, purtroppo, capita di accumulare qualche debito.
Questi ultimi, si sa, vanno però onorati. E se non si è in grado di restituire un prestito richiesto o di versare tasse e contributi, i nostri creditori non tarderanno troppo a farsi sentire. Cominceremo così a ricevere richieste bonarie di pagamento: raccomandate, avvisi tramite Pec, ecc.
Prima o dopo, però, potremmo arrivare a vederci notificare una vera e propria richiesta di pignoramento dello stipendio. A quel punto, se non ci accingiamo a saldare il dovuto in tempi rapidi, la nostra busta paga verrà decurtata di un quinto, che sarà devoluto al creditore.
Cerchiamo però di capire esattamente come funziona la richiesta di pignoramento: come deve essere presentata al debitore, quanto tempo quest’ultimo ha a disposizione prima che il recupero forzoso scatti e come fare per contrastarla. Innanzitutto, a monte di una richiesta di tal genere dev’esserci un titolo esecutivo, giudiziale o stragiudiziale che sia.
Dal titolo esecutivo alla notifica del pignoramento
Un titolo esecutivo giudiziale è, ad esempio, una sentenza di un giudice; per titolo stragiudiziale intendiamo invece, generalmente, dei titoli di credito come le cambiali o altre scritture private. Giunto in possesso di un titolo esecutivo, il creditore deve notificarlo al debitore e, di conseguenza, notificare anche l’atto di precetto, ossia l’intimazione a pagare entro dieci giorni, pena l’avvio del recupero forzato.
E’ solo trascorso questo lasso di tempo che il creditore può avviare il pignoramento, notificando il relativo atto sia al debitore sia al datore di lavoro o alla banca/ufficio postale ove è accreditato lo stipendio.
Contrastare un atto di pignoramento
Il debitore può però opporsi alla procedura di pignoramento, secondo due specifiche vie: contestando il diritto del creditore a procedere con l’esecuzione forzata; contestando alcuni aspetti formali degli atti esecutivi, in quanto ritenuti irregolari.
In entrambi i casi, è ovviamente necessario essere seguiti da un avvocato, il quale dovrà notificare un atto di citazione al debitore o presentare un ricorso al giudice. Pertanto, sia nel caso che le somme richieste non siano effettivamente dovute, sia nel caso che gli atti di notifica preliminari al pignoramento siano viziati nella forma, è possibile ottenere l’annullamento della richiesta.