Allarme giovani, la pensione diventa un miraggio: se cominci a lavorare oggi hai una sola possibilità
Il tema della futura pensione per gli under 40 è una questione sociale di grande rilevanza. Quali scenari si prospettano per i millennials?
E’ certamente una grande conquista quella che ha consentito, alla stragrande maggioranza delle persone, da diversi decenni a questa parte, di campare decisamente più a lungo delle generazioni precedenti.
Se negli anni Sessanta l’aspettativa di vita sfiorava i 70 anni, oggi siamo ben oltre gli 83. C’è però un evidente rovescio della medaglia: vivere più a lungo significa costare di più alla comunità. Tale costo dovrebbe essere caricato sulle spalle di chi è ancora lavorativamente attivo, ma qui si trova un ulteriore problema.
Il numero di lavoratori attivi, che dovrebbero contribuire sia a pagare le pensioni in essere sia a versare per la propria futura previdenza, tende invece a ridursi col tempo, in proporzione al crescere del numero degli anziani di questo paese. Si assiste infatti, negli anni recenti, ad un costante crollo delle nascite, non compensate da un proporzionale ingresso di nuovi lavoratori extracomunitari.
Ciò significa, a conti fatti, che per sostenere i costi della previdenza pubblica nel lungo periodo è necessario che l’età pensionabile aumenti, e non di poco. Se fino al 1992, prima della riforma Amato, gli uomini si pensionavano a 60 anni e a 55 le donne, oggi, come sappiamo, l’età per la quiescenza è salita, per tutti, oltre i 67 anni.
Le pensioni future degli under 40
Se per coloro che hanno superato i cinquant’anni, tutto sommato, l’orizzonte previdenziale appare lontano ma non così incerto, per gli under 40 le cose sono messe invece piuttosto male.
Il momento della quiescenza, infatti, potrebbe essere anche irraggiungibile, se non in tardissima età. Il perché di questo slittamento oltre i settant’anni dell’agognato riposo è connesso all’andamento precario e intermittente del lavoro in Italia. Durante l’età lavorativa, si rischia infatti di svolgere più impieghi, intervallati da lunghi periodi di inoccupazione e caratterizzati inoltre da una bassa capacità contributiva.
Quale possibilità per i giovani lavoratori
Riepilogando: più si è giovani e più sarà difficile ottenere un assegno previdenziale degno di questo nome e in un età ancora ragionevole.
L’unica possibilità, per non essere costretti a lavorare anche a settant’anni e accontentarsi poi di una pensione comunque minima, è quella di iniziare prestissimo a mettere da parte qualcosa per il futuro. La previdenza integrativa privata, se ben gestita già dai primi anni di lavoro, può diventare effettivamente quella “pensione di scorta” di cui, pare, tutti quanti avranno necessità in futuro.