Assegno di Inclusione, cosa devi fare dopo la domanda: questo passaggio è fondamentale | Rischi di perdere tutto
Assegno di Inclusione, dopo la domanda è essenziale seguire alcuni semplici passaggi. Per chi non lo fa, il rischio è quello di perdere il sussidio.
La novità di questo 2024 è sicuramente l’Assegno di Inclusione, la misura di sostengo al reddito che va a sostituire ufficialmente il caro vecchio Reddito di Cittadinanza. Quest’ultimo ha fatto egregiamente il suo lavoro, offrendo aiuto alle famiglie italiane in difficoltà. Purtroppo però, come spesso succede in Italia, sono mancati alcuni elementi essenziali.
Il Reddito di Cittadinanza (e non ci riferiamo alla Pensione di Cittadinanza), doveva essere una sorta di ponte, un sostegno che avrebbe aiutato i cittadini ad avere sostentamento fino a quando non avrebbero trovato lavoro. Ma così non è stato. Probabilmente il motivo per cui è stato poi abolito dal Governo Meloni è principalmente questo.
Semplice però, immaginare che le famiglie che traevano aiuto dal Reddito di Cittadinanza non potevano essere lasciate da sole e quindi si è ben pensato di procedere con i finanziamenti per prendere parte a corsi di formazione e all’Assegno di inclusione che è pensato per alcuni cittadini in possesso di taluni requisiti specifici.
Ovviamente al primo posto tra i requisiti per ottenere la forma di sostegno è il proprio ISEE, da rinnovare entro Febbraio e che deve superare un importo specifico.
Cosa occorre fare dopo la presentazione della domanda
La legge che ha introdotto l’Assegno di Inclusione parla molto chiaramente, La domanda deve avvenire nelle corrette modalità ed è indispensabile seguire un percorso ben preciso. Innanzitutto per presentare domanda il richiedente si deve iscrivere alla piattaforma specifica per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl) per sottoscrivere il patto di attivazione digitale (Pad) del nucleo familiare. Entro 120 dalla sottoscrizione saranno i servizi sociali del comune del richiedente a richiamarlo per una valutazione specifica dei bisogni del nucleo familiare.
La valutazione multidimensionale a cui i servizi sociali procedono individuando i componenti della famiglia dai 18 ai 59 anni che sono attivabili al lavoro e che quindi, non hanno carico di cura (figlio al di sotto dei 3 anni, non studiano e non lavorano. I dati vengono quindi trasmessi ai centri per l’impiego e ai soggetti accreditati per sottoscrivere entro 30 giorni il patto individuale.
Chi non ha tali obblighi
I componenti del nucleo familiare che beneficia dell’Assegno di Inclusione, ma non sono tenuti a presentarsi ai servizi dell’impiego, possono richiedere SfI, purché non calcolati nella scala di equivalenza per la determinazione delle soglie ISEE.
Si ricorda infine che, chiunque venga convocato, ma non si presenti presso gli uffici dei servizi sociali per la sottoscrizione del patto, rischia di vedersi togliere il beneficio.