Naspi, questo piccolo errore ti fa perdere ogni diritto alla disoccupazione: in molti ci sono già cascati
L’indennità di disoccupazione spetta a chi perde involontariamente il lavoro come dipendente, ma bisogna stare attenti a ciò che si comunica.
La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI), istituita nel 2015, è una indennità riconosciuta ai lavoratori subordinati che si trovano a perdere l’occupazione loro malgrado.
Come è noto, essa non scatta nel caso in cui uno scelga di interrompere il rapporto di lavoro volontariamente: prima del termine previsto nel caso di un tempo determinato, in qualsiasi momento nel caso di tempo indeterminato. In altre parole, salvo casi particolari, per ottenere l’indennità di disoccupazione bisogna essere licenziati.
Semplificando un po’, ricordiamo che l’importo mensile dell’indennità è circa pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, e si riduce di un 3% al mese dopo il sesto mese di fruizione – o dopo il settimo per gli over 55. Vi sono però dei casi particolari nella quale essa si riduce sin da subito.
Tra di essi, di particolare rilievo riveste la presenza di una attività svolta in forma autonoma, che generi un reddito annuo pari o inferiore a 5.500 €. In tal caso, riporta l’INPS, “l’indennità viene ridotta dell’80% dei redditi previsti, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data di fine dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno.”
NASpI e lavoro autonomo
Questo è un aspetto importante da sottolineare: significa infatti che di per sé la NASpI non è incompatibile con lo svolgere una attività autonoma, a patto che questa non generi redditi elevati.
Ma c’è una ulteriore considerazione da fare. Affinché la NASpI si mantenga in vigore, è necessario che il richiedente comunichi all’INPS il reddito annuo presunto da lavoro autonomo, anche se pari a 0 €. Se la partita IVA è già in essere prima della richiesta di NASpI, tale condizione, compreso l’ammontare previsto del reddito, deve essere comunicata al massimo entro 30 giorni dall’invio della domanda di disoccupazione.
Decadenza della NASpI
La stessa comunicazione deve essere inviata da chi decide di avviare una attività autonoma successivamente all’inoltro della domanda di disoccupazione, entro trenta giorni dal suo inizio.
Comunica infatti l’INPS che il mancato invio della dichiarazione di attività autonoma in essere, nonché della comunicazione del reddito presunto, anche pari a 0 €, comporta la decadenza dell’indennità di disoccupazione. Quindi bisogna fare molta attenzione a non tralasciare superficialmente questo aspetto: aprire una partita IVA, anche se non genera reddito, deve essere comunicato, pena la perdita di questo importante sussidio.