Superbonus 110% tutto da rifare, se rientri in questa lista dovrai rimborsare fino all’ultimo centesimo
Notizie poco confortanti per quanto riguarda la questione del superbonus 110%.
Cattive notizie in merito al Superbonus 110%, con molti contribuenti che hanno ricevuto una vera e propria doccia fredda.
Stando al recente decreto lo scudo infatti non si può applicare a chiunque, motivo per cui in tanti tra i contribuenti stanno correndo seriamente il rischio di dover restituire tutto.
Il rischio, a causa della conversione del decreto Superbonus, è quello di dover praticamente restituire all’Agenzia delle Entrate tutte le somme che sono state ricevute.
Ecco dunque chi sono tutti coloro che si ritrovano esclusi dallo scudo rappresentato dal Superbonus 110%.
Superbonus 110%: chi potrebbe dover restituire i soldi
Il Superbonus 110% (decreto 212 del 2023) comporta che non vi sia la perdita di alcun beneficio per tutti quei casi in cui i lavori non siano stati ultimati entro il 31 dicembre del 2023. Ciò a però a condizione che vi sia un SAL (ovvero lo stato di avanzamento dei lavori) superiore almeno al 60%. Questa soluzione ha portato l’Agenzia delle Entrate a bloccare il recupero delle somme per tutti quei lavori del 110% che sono stati realizzati ma che non sono stati portati a termine entro la data del 31 dicembre 2023.
Il Superbonus non spetta però a tutti. A poter usufruire di questo tipo di agevolazione sono infatti solo e soltanto tutti quei contribuenti che hanno deciso di fare ricorso alla soluzione dello sconto in fattura o della cessione del credito. A rimanere esclusi sono dunque tutti coloro che hanno pagato i lavori per poi portare in detrazione le spese. A dare conferma di ciò è stato anche il Governo, che ha ribadito quindi come i contribuenti che hanno voluto affidarsi alle detrazioni fiscali non possano beneficiare del decreto Superbonus: di conseguenza, il rischio è quello di dover restituire le somme derivate derivate per l’appunto proprio dalle detrazioni fiscali.
Decreto Superbonus: il bonus barriere architettoniche
Il Governo ha deciso di rifiutare tutti gli emendamenti che sono stati presentati al decreto Superbonus, tra cui anche quelli relativi al bonus barriere architettoniche. Nello specifico vi è stata una considerevole riduzione degli interventi che possono godere delle agevolazioni: a rimanere esclusi sono stati ad esempio i lavori riguardanti il rifacimento dei bagni e la sostituzione degli infissi, mentre restano inclusi altri interventi come quelli relativi all’eliminazione delle rampe, all’installazione delle piattaforme elevatrici o anche a quella delle ascensori.
Gli emendamenti avevano il preciso scopo di reintrodurre queste agevolazioni per tutti i tipi di interventi, considerando anche come per il bonus barriere architettoniche siano ancora in vigore fino al 31 dicembre del 2025 come affermato dalla Legge di Bilancio 2023 sia lo sconto in fattura che la cessione del credito. Anche in questo caso vi sono però stati dei tagli, con sconto in fattura e cessione del credito che sono usufruibili solo e soltanto per gli interventi che vengono effettuati all’interno degli edifici condominiali.