Smartworking, se dimentichi una di queste regole perdi il lavoro: cosa dice la nuova normativa
Ecco la regola da non dimenticare per tutti coloro che lavorano in smartworking.
Quella dello smartworking è ormai una pratica sempre più diffusa non soltanto per quanto riguarda i lavoratori autonomi ma anche presso le aziende.
Tutti coloro che lavorano attraverso questa modalità hanno non solo diritti ma anche doveri cui dover fare riferimento, con una nuova normativa che ha voluto fare maggiore chiarezza in merito.
Come noto lo smartworking consiste in un’attività lavorativa che viene svolta senza un’organizzazione rigida dell’orario di lavoro o del luogo in cui lavorare.
Ecco dunque qui di seguito la normativa che regola lo smartworking soprattutto per quanto riguarda le aziende del settore privato.
Le regole generali dello smartworking
La modalità dello smartworking per quanto riguarda le aziende del settore privato deve essere resa formale attraverso un accordo stipulato tra il lavoratore e il datore di lavoro. Tale accordo deve includere tra le altre cose informazioni su tempi di riposo del lavoratore, sul diritto alla certificazione periodica delle competenze, sulle modalità del potere di controllo da parte del datore di lavoro sul lavoro che viene svolto al di fuori dell’azienda o anche sulle azioni che possono portare a sanzioni disciplinari nei confronti del lavoratore.
L’Inail evidenzia poi come l’accordo tra datore di lavoro e lavoratore sia a dir poco necessario per poter identificare tutti i rischi cui lo stesso lavoratore si sottopone oltre che i riferimenti spaziali e temporali in merito al riconoscimento delle ore di lavoro. Le aziende che operano all’interno del settore privato devono inoltre comunicare l’inizio o la proroga dello smartworking per via telematica tramite il canale presente sul portale Servizi Lavoro entro un arco di tempo di cinque giorni dal giorno dell’inizio o della proroga del periodo di lavoro in smartworking.
L’accesso prioritario allo smartworking e la revoca
I datori di lavoro che hanno deciso di mettere per la loro azienda la modalità di lavoro dello smartworking sono tenuti a dare priorità alle eventuali richieste da parte di determinate categorie di soggetti: tra queste rientrano ad esempio i lavoratori disabili gravi, i lavoratori che fanno uso di permessi per poter assistere familiari disabili o anche i genitori con figli fino a 12 anni di età o con figli disabili senza alcun limite di età.
Altro aspetto estremamente importante consiste poi nelle modalità di revoca dello smartworking. In caso di tempo determinato l’accordo presenta fin dall’inizio la data della fine della modalità del lavoro agile, mentre in caso di tempo indeterminato il lavoratore o il datore di lavoro hanno la possibilità di revocare in qualsiasi momento l’accordo con un preavviso di almeno trenta giorni. In entrambi i casi l’accordo può però essere concluso prima della scadenza prestabilita o anche senza il rispetto dei trenta giorni di preavviso a condizione che esista un giustificato motivo.