Ape Social rinnovata per il 2024, l’INPS pubblica la comunicazione definitiva: con questi requisiti spetta anche a te
Cos’è l’Ape Sociale e quali sono i requisiti per ottenerla. Scopriamo come funziona anche per l’anno in corso.
Ape è, in realtà, un acronimo. Esso sta per “Anticipo pensionistico“. L’Ape viene definita “sociale” perché l’INPS eroga tale sussidio esclusivamente ai soggetti più svantaggiati, a partire da una certa età, sino all’effettiva maturazione dei requisiti pensionistici di vecchiaia.
La misura dell’Ape Sociale è nata con la Legge di Bilancio 2017, come misura straordinaria, ma è stata ripetutamente prorogata negli anni. E anche per l’anno in corso è possibile, per gli aventi diritto, richiederla. Ma quanto spetta, effettivamente, con l’Ape Sociale?
A quanto scrive l’INPS sul suo portale, l’importo viene erogato per dodici mensilità e non si configura come pensione, tanto da non essere reversibile ai superstiti. Se il beneficiario è stato iscritto ad un unica gestione contributiva, l’indennità spettante è pari all’assegno previdenziale futuro, con un tetto massimo di 1.500 €.
Se il beneficiario è invece stato iscritto a più gestioni, si calcola pro quota l’importo della rata mensile pensionistica futura. Da sottolineare che la rata non verrà mai rivalutata né integrata al trattamento minimo. Ma a quale categoria di persone spetta il beneficio dell’Ape Sociale nel 2024?
Ape Sociale 2024: i requisiti
A beneficiare del sussidio “ponte” per l’anno in corso, come precisa l’ultima Legge di Bilancio, sono i lavoratori svantaggiati che hanno compiuto 63 e cinque mesi di età. E’ necessario inoltre aver maturato in generale almeno 30 anni di contributi versati. Per alcune categorie – che individueremo tra poco – gli anni contributivi salgono a 32 o a 36.
Bastano 30 anni per coloro che si trovano disoccupati, disabili oltre il 74% o che sono qualificabili come caregiver. A prescindere da tali condizioni, possono accedere all’Ape Sociale i sessantatreenni lavoratori edili e ceramisti con 32 anni di contributi versati. Coloro infine che svolgono lavori cosiddetti “usuranti”, anno accesso al beneficio dopo 36 anni di contributi versati.
Lavorare durante l’Ape Sociale
Nel momento in cui viene erogato il sussidio dell’Ape Sociale è fatto divieto, per il beneficiario, di lavorare. In particolare, se sino allo scorso anno sussisteva una tolleranza minima, per la quale si accettava un cumulo di redditi da lavoro dipendente al massimo pari ad 8.000 € annui e da lavoro autonomo non superiore a 4.800 €, con il 2024 tutto questo scompare.
L’unica possibilità per lavorare sotto Ape Sociale rimane quella relativa alle prestazioni occasionali, le quali però non debbono superare un volume pari a 5.000 € annui. In caso contrario, si perde il diritto all’assegno e l’INPS è tenuta a recuperare quanto indebitamente versato.