Prime Video, risparmiare sull’abbonamento è possibile: con questa clausola guardi proprio tutto
A partire da aprile, gli utenti Prime Video si troveranno di fronte a un bivio: pagare di più o continuare come sempre. Ma a quale prezzo?
Dal 2020, quando tutti quanti, nel mondo, eravamo forzatamente rinchiusi in casa, le piattaforme di contenuti in streaming hanno avuto un rapidissimo successo.
Costretti, com’eravamo, a passare il tempo fra le mura domestiche, l’offerta di serie e film in digitale ha attenuato, per molti, la claustrofobia e le difficoltà del vivere in spazi talvolta ristretti. A partire da allora, le App di settore a disposizione per gli utenti si sono letteralmente moltiplicate. Oggi abbiamo una vastissima possibilità di scelta: dalla pioniera Netflix, ad Amazon Prime Video, da Disney + a Paramount +, da Chili a Pluto a Now TV, senza considerare tutti i canali digitali streaming delle TV generaliste.
Ognuna di tali offerte ha la sua specificità: qualcuna richiede un semplice abbonamento mensile, altre sono totalmente gratuite.
Sembrerebbe, tutto sommato, che tutto questo rappresenti un grande successo per tale segmento di mercato. Ma è proprio l’esplosione delle tantissime offerte che ha, invero, generato una crisi diffusa, che colpisce soprattutto i colossi del settore: calo di abbonamenti e difficoltà nell’innovazione.
La crisi delle piattaforme streaming
E’ chiaro, infatti, che con l’ampliarsi dell’offerta è proporzionalmente aumentata la mobilità degli utenti. Sono sempre meno, cioè, i clienti fidelizzati; in molti decidono, mese mese, a quale piattaforma abbonarsi o meno, a seconda di quali contenuti vengono offerti. E qui subentra il secondo elemento della crisi, perché proporre costantemente contenuti stimolanti, che soddisfino le aspettative dei consumatori è sempre più difficile.
Ricordiamoci inoltre che siamo reduci da un lunghissimo sciopero degli sceneggiatori americani, durato oltre 21 settimane, il quale si è chiuso con una proposta di aumenti salariali per il comparto che necessariamente metterà in difficoltà i big della produzione di contenuti on demand.
La soluzione di Amazon Prime Video
Un problema, dicevamo, sentito soprattutto dai colossi del settore: Netflix, Disney, Prime Video, ecc. Tutti quanti stanno infatti tentando di affrontare la saturazione del mercato riducendo i costi e concentrando le proprie risorse sulla qualità, piuttosto che sulla quantità.
Anche Prime Video ha introdotto una innovazione in questo senso: dal prossimo 9 aprile, infatti, la piattaforma introdurrà un numero limitato di annunci pubblicitari all’interno dei film e delle serie distribuite. La motivazione addotta è proprio quella di consentire, alla piattaforma di Jeff Bezos, di continuare ad investire sulla qualità. Una soluzione che non dovrebbe, peraltro, scontentare troppo gli utenti. Comunque sia, per i più esigenti, sarà sempre possibile evitare i fastidiosi shorts pubblicitari pagando un sovrapprezzo al proprio abbonamento, di solamente 1,99 € al mese.