Riscaldamento, sta per arrivare una multa stratosferica: se hai usato i termosifoni occhio alla cassetta delle lettere
Ecco come evitare multe salatissime per quanto riguarda l’uso del riscaldamento.
Per questo 2024 il rischio di incorrere in multe pesantissime per quanto riguarda il riscaldamento e il suo utilizzo è purtroppo piuttosto elevato.
Fortunatamente, con l’arrivo del mese di aprile e di temperature sempre più alte, l’uso dei termosifoni all’interno delle case è andato ormai riducendosi del tutto.
In merito proprio allo spegnimento dei riscaldamenti, è ora arrivata una direttiva specifica che ha voluto stabilire tutte le date e tutte le regole da seguire per quanto riguarda la chiusura del riscaldamento nelle varie zone d’Italia.
Ecco dunque qui di seguito tutto quello che c’è da sapere in merito.
Riscaldamento: quando vanno spenti i termosifoni in Italia
A provvedere alla regolazione dell’uso e dello spegnimento dei termosifoni in Italia è il Decreto del Presidente della Repubblica 74/2013, con quest’ultimo che nello specifico ha voluto definire i criteri in merito all’uso degli impianti di tipo termico. Tale decreto si preoccupa di evidenziare e di specificare i limiti sull’utilizzo dei termosifoni e su quando questi possono essere attivati nel corso dei diversi periodi dell’anno.
Per poter stabilire tutto ciò, il Decreto del Presidente della Repubblica si occupa di prendere in considerazione le diverse zone d’Italia e le loro esigenze. Per questo motivo si è dunque passati alla suddivisione del territorio italiano in diverse fasce che vanno dalla A alla F: in questo modo si vanno quindi ad identificare e a classificare tutte le zone d’Italia a partire da quelle più calde in cui vi è meno bisogno dei riscaldamenti fino ad arrivare a quelle più fredde all’interno delle quali non vi è al contrario alcun limite o restrizione in merito all’uso dei termosifoni. Occorre sottolineare come nel caso in cui le regole non vengano rispettate si possa incorrere in pesanti sanzioni, che possono oscillare in genere tra i 500 e i 3.000 euro.
Le regole sui riscaldamento nelle diverse zone d’Italia
In merito dunque alle varie zone d’Italia si può partire dalla Zona F: qui sono presenti i comuni più freddi e con le temperature più basse e a farne parte sono Trento, Cuneo e Belluno. Vi è poi la Zona E in cui i riscaldamenti possono essere tenuti accesi fino al 15 aprile: qui vi sono anche e soprattutto città e zone dell’Emilia-Romagna, della Lombardia e del Piemonte. Nella Zona D i riscaldamenti possono essere utilizzati sempre fino al 15 aprile: sono qui incluse Roma, Firenze, Genova, Ancona, Livorno, Pescara, La Spezia, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Macerata, Viterbo, Pesaro, Siena, Avellino, Chieti, Matera, Foggia, Teramo e Vibo Valentia.
La Zona C presenta un clima mite, motivo per cui qua i riscaldamenti sono già stati chiusi definitivamente il 31 marzo: le città di questa fascia sono Napoli, Salerno, Caserta, Benevento, Latina, Bari, Brindisi, Cagliari, Lecce, Catanzaro, Cosenza, Taranto, Ragusa. La Zona B è tra le zone più calde: le città di questa sezione sono Palermo, Catania, Siracusa, Messina, Trapani, Agrigento e Reggio Calabria. Infine la Zona A, con i riscaldamenti che in questa sezione sono stati spenti definitivamente lo scorso 15 marzo: le città di questa zona sono Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa.