Licenziamenti, 3 milioni di italiani senza lavoro: le lettere stanno già arrivando | Sarà una tragedia per il settore
Tre milioni di italiani si ritroveranno presto senza lavoro: tanti i licenziamenti in programma.
Si prospettano purtroppo periodi complicati per tantissimi lavoratori, con questi ultimi che sembrerebbero destinati a diminuire in maniera drastica entro i prossimi dieci anni.
Le ragioni di tutto ciò possono essere di vario tipo, anche se in primo luogo una causa principale potrebbe essere identificata ad esempio nell’invecchiamento della popolazione.
I preoccupanti dati al riguardo sono stati elaborati dalla Cgia di Mestre, che si è preoccupata di fare nello specifico un’analisi delle previsioni demografiche dell’Istat.
Ecco dunque quali sono i cambiamenti più significativi cui sarebbero destinati ad andare incontro molto presto tantissimi lavoratori.
Lavoro: i rischi per le imprese
Entro i prossimi dieci anni, quindi da qui al 2034, le persone in età lavorativa tra i 15 e i 64 anni andranno incontro ad un considerevole calo: si parla nello specifico di ben tre milioni di persone, con gli attuali 37,5 milioni di lavoratori che scenderanno dunque fino a circa 34,5 milioni. L’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha monitorato per la precisione 107 province, con i dati in questione che sembrerebbero allarmanti soprattutto per quanto riguarda il Sud. Come anticipato sopra, il problema principale consiste nell’invecchiamento della popolazione e nel mancato ricambio generazionale, con conseguenti aumenti delle spese per pensioni e sanità e con la crisi che riguarderà settori come quello dei trasporti, del mercato immobiliare e della moda.
Ciò si andrà a ripercuotere in maniera ovviamente negativa anche e soprattutto sulle micro e sulle piccole imprese mentre il discorso cambia per quanto riguarda invece medie e grandi imprese, in quanto i giovani presenti sul mercato del lavoro dovrebbero essere spinti a privilegiare i grandi gruppi grazie a stipendi più alti, welfare aziendale e fringe benefit vari. Per il mese di aprile il 64,5% delle assunzioni viene effettuato proprio dalle piccole imprese con meno di 50 dipendenti, con medie e grandi imprese che occupano invece rispettivamente il 18,9% e il 16,6%.
Aprile: ecco i settori in cui si assume di più
In merito alle assunzioni di questo mese di aprile i settori dell’industria e dei servizi prevedono rispettivamente 121.000 e 325.000 assunzioni, con commercio e servizi alle persone che si attestano invece sui sulle 63.000 e 45.000. Per quanto riguarda le figure professionali vi è un forte ritorno dei mestieri di tipo sanitario, mentre alcuni dei profili più difficili da trovare risultano essere al contrario i seguenti: addetti agli sportelli, ingegneri, operai del settore tessile e dell’abbigliamento, operai alle macchine automatiche e semiautomatiche per le lavorazioni metalliche o anche tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e di servizi.
Nei prossimi dieci anni il calo del numero dei lavoratori colpirà dunque soprattutto il Sud, con le regioni messe peggio che risultano essere Basilicata, Sardegna, Sicilia, Calabria e Molise. Nello specifico, le province in cui si arriverà a registrare la maggiore perdita di lavoratori saranno Agrigento, Ascoli Piceno, Caltanissetta, Enna, Alessandria e Nuoro.