Pensione, pioggia di rimborsi per questa categoria: se hai lavorato durante questo periodo ti spetta di diritto
Pensione: sono previsti numerosi rimborsi per coloro che fanno parte di questa categoria.
Una nuova sentenza potrebbe rischiare di sconvolgere dalle fondamenta tutto il sistema pensionistico vigente in Italia.
Ad essere messa in forte dubbio è nello specifico la regola concernente il divieto di cumulare redditi da lavoro con la pensione per tutti coloro che hanno usufruito di misure come ad esempio Quota 100, Quota 102 e Quota 103.
Tutti quelli che hanno finito di lavorare in anticipo attraverso il ricorso ad una di queste misure non possono più lavorare finché non hanno raggiunto i 67 anni di età, eccezion fatta per il lavoro autonomo occasionale tenendo in considerazione il limite dei 5.000 euro lordi all’anno.
Ad andare contro tutto ciò è però un caso specifico di cui si è occupato di recente il Tribunale di Vicenza.
Pensione. la vicenda della restituzione degli importi
Chiunque non rispetti la regola menzionata poco sopra può andare incontro a sanzioni estremamente severe, anche se l’Inps nel corso degli anni anni non ha mai fatto alcun tipo di distinzione tra coloro che trasgrediscono con dolo e quelli che invece finiscono col farlo senza rendersene conto, con pensionati che si sono ritrovati costretti a restituire anche diverse decine di migliaia di euro per aver percepito cifre anche al di sotto dei 100 euro. Ciò è quanto accaduto ad esempio ad un pensionato di Vicenza, che in seguito ad una piccolissima comparsa all’interno di una serie tv si è visto costretto a perdere ben 24.000 euro.
Il pensionato di 63 anni era andato in pensione nel 2020 sfruttando nello specifico Quota 100. Il diretto interessato aveva dunque accettato di entrare a far parte nel ruolo di una piccola comparsa nella serie tv La luce dei miei occhi, percependo per il ruolo appena 78 euro. Un lavoro dichiarato e di tipo subordinato, per cui l’Inps ha deciso di far immediatamente valere il decreto n. 4 del 2019 con la conseguente sanzione consistente nella restituzione di 24.000 euro e cioè la somma fino ad allora accreditata al pensionato.
La sentenza del Tribunale di Vicenza
A ribaltare la situazione è stato però per fortuna del pensionato il Tribunale di Vicenza, con il diretto interessato che preso atto della sua difficile situazione ha deciso di chiedere l’aiuto degli avvocati Paola Piccoli e Alberto Righi dello studio legale Vis. Questi ultimi hanno voluto portare avanti l’idea secondo la quale il lavoro svolto dall’uomo vicentino non possa essere considerato come subordinato e dunque rispettoso del divieto di reddito da lavoro dipendente e di cumulo di pensione previsto.
L’importo di 78 euro che è stato percepito è stato valutato come irrisorio e conseguentemente compatibile con la pensione che è stata maturata grazie alle misure della Quota 100 valevoli tra l’altro anche per Quota 102 e per Quota 103. Tale sentenza potrà costituire d’ora in avanti un rilevante precedente, e che potrà risultare di enorme aiuto per tutti coloro che si ritroveranno ingiustamente puniti da interpretazioni eccessivamente severe della normativa vigente da parte dell’Inps.