Mobbing al lavoro, per dimostrare i danni basta un certificato: presentalo e ti riprendi diritti e risarcimento
Ecco il certificato da dover presentare in caso di mobbing sul posto di lavoro.
Tra le questioni da sempre più urgenti e delicate per quanto riguarda il mondo del lavoro vi è inevitabilmente il mobbing.
Con tale termine si vogliono intendere una somma di comportamenti e di atteggiamenti di tipo persecutorio e aggressivo che vengono attuati sul posto di lavoro nei confronti di determinati soggetti.
Scopo è quello di colpire il più possibile i soggetti in questione, che a causa di tali comportamenti vengono il più delle volte emarginati finendo con il vedere compromesso anche il proprio rendimento a lavoro.
Contro tale fenomeno mancano ancora purtroppo delle vere e proprie leggi specifiche, ma gli strumenti e i modi con cui potersi tutelare sono per fortuna numerosi.
Mobbing: di cosa si tratta
Il termine mobbing proviene dall’inglese to mob che significa aggredire o anche attaccare, e tale parola è ormai ampiamente entrata da tempo anche nel linguaggio comune oltre che in quello giuridico. Ciò che si indica con mobbing è dunque un insieme di comportamenti di tipo persecutorio e aggressivo che vengono messi in atto sul posto di lavoro allo scopo di emarginare e di escludere la persona che viene colpita. Per tale fenomeno non esiste ancora al momento una legge specifica, anche se per la giurisprudenza si parla di un insieme di atti vessatori prolungati nel tempo nei confronti di un lavoratore.
In base ai soggetti che vengono coinvolti e alla posizione che ricoprono all’interno di una determinata azienda il mobbing può essere di due categorie specifiche: mobbing verticale che si distingue in discendente e ascendente e che vede coinvolte persone che si trovano su livelli diversi della scala gerarchica; mobbing orizzontale, nel caso in cui le persone coinvolte si trovino esattamente sullo stesso livello.
Mobbing: come ottenere il risarcimento dei danni
Il mobbing non può essere considerato come un reato vero e proprio, anche se alcuni dei comportamenti che vengono messi in atto potrebbero rientrare in alcune categorie di azioni criminose incluse all’interno del codice penale. Di sicuro vi è che la persona vittima di mobbing può chiedere il risarcimento dei danni subiti, con le modalità che possono variare a seconda del tipo di responsabilità.
Si può parlare ad esempio di responsabilità contrattuale nei casi in cui il diretto interessato lamenti l’inadempimento di un certo tipo di obbligazione: il vantaggio consiste nel dover dare prova dell’atteggiamento psicologico di chi ha portato al danno, e l’azione di responsabilità contrattuale va incontro ad un termine di prescrizione della durata di dieci anni. La responsabilità può però essere anche extracontrattuale, cioè quella che si viene a creare quando un soggetto danneggia in maniera ingiusta un altro soggetto cui non è legato da alcun vincolo obbligatorio: in questo caso il lavoratore deve provare concretamente tutti gli elementi portati all’attenzione, con il termine di prescrizione che è stavolta della durata di cinque anni.