Guadagnare con i social, il Governo ci vede chiaro: se incassi anche un solo euro devi fare questo documento
Il governo decide di regolamentare questa nuova figura del mondo del lavoro. Se pensi di guadagnare con i social devi ricordarti di fare questo documento.
Quando sono iniziati a comparire sul mercato del lavoro le prime figure di coloro che lavorano sui social o comunque sul web, non sono state poche le discussioni che sono nate in merito. Chi svolge un lavoro tradizionale, spesso non riesce a comprendere che dietro anche a un semplice video che viene pubblicato sui social, c’è un lavoro che richiede un certo impegno e preparazione.
Il mondo del lavoro quindi si è spaccato in due, da una parte coloro che svolgono il lavoro tradizionale, che non riescono in alcun modo a comprendere chi invece svolge un lavoro sul web. Dall’altra parte quest’ultimi, che invece non si sentono rispettati da coloro che li giudicano e dicono che non svolgono un vero lavoro.
Insomma due facce di una stessa medaglia, frutto di una società che avanza, di una tecnologia che sempre più prepotentemente entra all’interno della vita quotidiana di ogni di noi.
A confermare che quello che viene svolto sul web è un vero e proprio lavoro, probabilmente ci penseranno le normative che già ci sono e quelle che invece verranno introdotte. Attualmente anche il lavoro sui social viene visto dal governo, dal fisco e dagli enti, come quello degli agenti di commercio e dei liberi professionisti.
L’influencer è un vero professionista
Siamo abituati a vedere l’influencer come colui o colei che perde tempo sui social. Chi mostra se stesso per vendere dei prodotti, chi guadagna senza svolgere un vero lavoro. Ma siamo sicuri che sia realmente così?
La realtà ci dice che l’influencer deve aprire partita Iva come un qualsiasi altro libero professionista. Anche i tribunali nelle loro sentenze lo inquadrano come tale, prevedendo l’adempimento di alcuni obblighi fondamentali.
Ecco quello che ci dicono le sentenze in merito
Secondo le attuali sentenze, l’azienda che incarica un Content Creator, di pubblicizzare i suoi prodotti sul web crea un vero e proprio rapporto di agenzia. Questo vuol dire che su tali commissioni occorre pagare i relativi contributi previdenziali Enasarco.
Questo è quello che ci dice il tribunale, chiarendo quindi qual è la posizione di colui che lavora sui social, creando dei contenuti per pubblicizzare in maniera più o meno continuativa i prodotti di una specifica azienda o più di una. Quindi considerando la legislazione, non vi è più alcun dubbio che il lavoro che si svolge sui social è esattamente paragonabile a quello che invece viene svolto off line