Pensione di reversibilità, la Cassazione ha ribaltato ogni decisione: in questo caso non ti spetta un centesimo
La Cassazione ribalta completamente la decisione per quello che riguarda la pensione di reversibilità. Non se ne ha diritto.
L’argomento pensionistico continua ad essere uno tra i più gettonati nelle discussioni degli italiani. Sono molti nodi in questione, che continuano a creare scompiglio all’interno delle famiglie, che cercano di comprendere la materia per poter affrontare meglio le eventuali problematiche che si verificano a riguardo.
L’assegno pensionistico viene concesso a tutti coloro che raggiungono i requisiti di anzianità contributiva e di età. Come in tanti ben sapranno, sono diverse le tipologie di pensione a cui si può avere accesso per coloro che non hanno maturato i requisiti a cui prima abbiamo accennato, è possibile godere di quello che viene chiamato assegno sociale o pensione sociale. Questo specifico caso è stato considerato per evitare che, chi per una qualunque ragione non avesse i requisiti contributivi non potesse beneficiare di un importo, anche minimo per fare fronte alle sue spese quotidiane.
Allo stesso modo non tutti gli assegni pensionistici sono uguali nell’importo. Essi infatti vengono determinati a seconda di quelli che sono stati contributi versati durante l’età lavorativa.
Tutte queste differenze da valutare, fanno in modo che l’argomento pensioni di certo non sia semplice da trattare. Ulteriori problematiche sarebbero scatenati dalla questione della reversibilità.
A cosa ci si riferisce con il termine reversibilità
Quando si parla di reversibilità ci si riferisce a quell’importo percentuale calcolato sull’assegno pensionistico di colui o colei che viene a mancare. Tale percentuale viene concessa al coniuge ancora in vita, ovvero in alcuni specifici casi ai figli della persona.
Per quello che riguarda la reversibilità concessa ai figli, essa spetta solo nel caso in cui essi siano disabili, minorenni ovvero maggiorenni ma non coniugati. Per quello che invece riguarda la reversibilità attribuita al coniuge, essa non può essere goduta nei casi in cui la pensione non ne prevede la presenza. Nessun esempio gli assegni sociali, che non danno spazio ad alcuna reversibilità.
La Corte di Cassazione interviene in materia
A chiarire ulteriore aspetto della reversibilità ci avrebbe pensato la Cassazione, attraverso l’ordinanza numero 14.287 del 22. 05. 2024. In essa viene confermato che il soggetto che vive a carico di una famiglia la quale è titolare di reversibilità, per via di uno dei casi visti in precedenza, nel momento della morte non ha diritto a vedersi erogare il trattamento stesso.
Ovviamente tale sentenza riguardava un fatto realmente verificatosi cui la corte di cassazione ha respinto la richiesta di reversibilità da parte del soggetto.