Licenziamento, se usi il PC aziendale a casa perdi il lavoro: con questa Legge non si scherza
Questa legge non offre scampo e se utilizzi il computer a casa rischi veramente grosso, attenzione a quello che fai con il tuo dispositivo.
Dicono che il mondo del lavoro sia diventato estremamente difficile da gestire per tutti. Come se non bastasse la difficoltà nel trovare un’occupazione, ad essa si aggiunge delle regole ferree per quello che riguarda l’utilizzo dell’apparecchiature. Le aziende sembrano essere diventate molto più severi e questo a volte non piace affatto ai dipendenti.
In fondo occorre anche comprendere tutte quelle aziende che danno delle indicazioni severe per quello che riguarda il comportamento dei loro dipendenti sia durante che al di fuori dell’orario di lavoro.
In un momento economico molto difficile non solo per i cittadini ma anche per le attività di qualsiasi tipo, rischiare che non vengano rispettate alcune regole, potrebbe mettere a rischio l’intero lavoro dell’azienda. Questo è il motivo per cui a volte vengono applicate delle indicazioni molto stringenti.
Non di rado i tribunali ci raccontano di situazioni che sembrano essere veramente assurdo, ma che in fondo non fanno altro che cercare di tutelare i diritti delle aziende e dei lavoratori stessi. Non è una novità che datore di lavoro e dipendente si affrontino tra i banchi di un tribunale.
La sentenza che fa discutere
Lascia alquanto perplessi, ma è semplice da comprendere, la sentenza numero 7272 del 19.03.2024. Questa è stata emessa dalla cassazione, e si scaglia contro il dipendente che avrebbe adottato un comportamento poco corretto nei confronti della sua azienda. Un caso che occorre conoscere per capire fino a dove ci si può spingere quando si è dipendenti.
Sembra che a presentarsi come parte lesa sia stato un lavoratore, dipendente dell’Inps, che avrebbe impugnato il licenziamento, deciso dall’azienda, in quanto reo di aver effettuato numerosi accessi non autorizzati alla banca dati informatica dell’istituto.
Una questione di privacy
Questo specifico caso si parla di quello che è l’ente più importante presente sul territorio italiano, ma questo vale un po’ per tutte le aziende. Accedere al database informatico, prelevare delle informazioni, potrebbe essere veramente dannoso per l’azienda. Questo ovviamente occorre considerarlo nell’ottica in cui se altre aziende entrano in possesso delle documentazioni, potrebbero creare dei problemi.
Ciò che era stato contestato dal lavoratore, era che il controllo fosse stato attuato attraverso il sistema operativo da lui sconosciuto. La corte di cassazione ha quindi previsto la possibilità di fare tutto questo, soprattutto nel caso in cui occorra accertare eventuali condotte illecite lesive del patrimonio aziendale. Quindi la Suprema Corte ha poi respinto il ricorso presentato dal dipendente.