Gravidanza e lavoro, il destino delle donne è segnato: se il test è positivo hai una sola e triste possibilità
Un argomento scottante quello che lega la gravidanza al lavoro, se i test è positivo la tua unica possibilità è questa.
Siamo certi che molte donne e future mamme che sono passate per questo breve testo, si sono soffermate a comprendere cosa stia succedendo. Il mercato del lavoro sembra non essere adatto a tutte le donne che vogliono essere delle mamme, ma che non rinunciano alla loro indipendenza economica. In fondo non c’è nulla di male nella volontà di costruire la propria carriera anche se si vuole creare una famiglia propria.
Perchè in fondo, l’Italia è quel fantastico mondo in cui, ci si lamenta che la crescita è quasi pari a zero, ma si contano a rendere difficile la strada alle donne. Perchè ogni futura mamma che comunica alla sua azienda di essere incinta, si sente in grande difficoltà, per le aziende una mamma è un vero e proprio peso.
Il periodo di congedo per maternità è un diritto di ogni donna, ma i titolari delle aziende pensano che per loro sia solo un costo, in quanto una persona deve essere sostituita con un’altra. Potremmo dilungarci per mesi e mesi su quelli che dovrebbero essere i diritti delle mamme e delle future mamme, ma soffermiamoci su un elemento di spicco.
Sembra che per le donne che scoprono di essere insite, la soluzione migliore sia solo una.
In aumento il numero di donne che si dimettono
I numeri sono arrivati a inizio 2024. La notizia parlava molto chiaramente, il 40% ha deciso di dimettersi perchè la famiglia non è compatibile con il lavoro e viceversa. I bambini sono un impegno proprio come lo è il lavoro, ma le due cose non dovrebbero cozzare in alcun modo.
Invece le donne che vogliono essere mamme si trovano in grande difficoltà. Lasciate quasi da sole da uno stato che non le aiuta affatto, numerosi sono i problemi che devono affrontare, il primo, sicuramente quello di dover tornare a lavoro quando il bambino ha appena 5 mesi, nella migliore delle ipotesi.
Ecco cosa succede a livello economico
Lo stato italiano mette a disposizione delle mamme la possibilità di usufruire del congedo parentale facoltativo, ovvero un mese in più rispetto a quello standard, che viene retribuito all’80% della retribuzione ordinaria. Un trattamento economico che a ben vedere non offre molto e a livello di tempo ancora meno.
Per le donne entro l’anno di età del bambino è possibile dimettersi avendo comunque accesso alla Naspi. Quindi alla neomamma converrebbe maggiormente procedere dimettendosi, accedendo a un massimo di 24 mesi di Naspi con retribuzione pari al 75% dello stipendio medio maturato nei 4 anni precedenti alla domanda.