Pensione in aumento, per vivere bene hai 3 possibilità: scegli la migliore e non ti preoccupi più di nulla
Scopriamo come è possibile incrementare il proprio assegno previdenziale senza alcun particolare sforzo economico. Basta seguire poche regole.
Ormai lo sappiamo da tempo, non è certo una novità. Le pensioni degli attuali cinquantenni, quarantenni e trentenni saranno veramente misere.
E a meno che le cose cambino, lo stesso scenario si prospetta per quelli ancora più giovani. Ma è inutile disperarsi: se il tasso di conversione da reddito da lavoro e primo assegno previdenziale è decisamente basso, c’è più di un motivo: crisi demografica e crescita del costo della vita.
Due aspetti, questi, su cui il singolo contribuente non può certo incidere. Ma per costui non è detto che il futuro da pensionato non si presenti roseo: mettendo in campo alcuni accorgimenti molto semplici, è possibile recuperare quel tremendo gap che ci sarà tra l’ultimo reddito lavorativo e il primo cedolino previdenziale.
La prima cosa da fare, innanzitutto, è quella di impostare un piano di risparmio di natura previdenziale, scegliendo tra le varie opzioni che offre il mercato. Di soluzioni ne esistono sostanzialmente di due tipi: Piani Individuali Pensionistici (PIP) e Fondi previdenziali (FIP), entrambi normati dalla legge e in grado di risolverci il problema della terza età.
PIP e FIP, quale differenza
Cominciamo col dire che entrambe queste forme di risparmio previdenziale non sono di tipo forzoso: l’aderente è cioè libero di scegliere se, quando e quanto versare. Inoltre, ogni versamento effettuato al di sotto dei 5.165 € annui è interamente deducibile dal reddito.
La differenza tra PIP e FIP è invece data dal fatto che il primo è un piano totalmente individuale, al quale possono aderire tutti, dal libero professionista al dipendente al disoccupato; con FIP si intende invece un fondo collettivo, aperto o chiuso: in quest’ultimo caso ad aderirvi sono esclusivamente gli appartenenti ad una specifica categoria di lavoratori.
Strategie di previdenza complementare
Ma non è finita: ci sono almeno altre due piccole strategie che possono consentirci di aumentare ancor di più il nostro assegno da pensionati. La prima è quella di trasferire nel PIP o FIP il nostro TFR maturando, aggiungendovi una minima quota di contributo volontario: questo darà il via anche al versamento aggiuntivo da parte del nostro datore di lavoro!
La seconda strategia presuppone invece che si viva in coppia. In tal caso può essere opportuno valutare l’opzione di reversibilità della rendita del nostro piano di previdenza integrativa, in modo tale che – si spera ovviamente il più tardi possibile – il futuro superstite dei due membri della coppia abbia un assegno integrativo più consistente, in quanto maggiorato dalla quota un tempo spettante al compagno o alla compagna defunti.