NASPI, ti dimetti non perdi l’assegno: con queste strategie ti spetta di diritto | Le consocono in pochi
Ci sono delle strategie che ti permettono di avere l’assegno di disoccupazione anche nel caso in cui tu ti dimetta. Ecco cosa sapere.
L’INPS è l’ente per la previdenza sociale che lavora alle pratiche che riguarda le pensioni e gli ammortizzatori sociali. Sono molti gli italiani che hanno un rapporto alquanto contrastante con l’INPS convinti che non sia in grado di tutelare i diritti dei singoli cittadini.
Ma quello che fa l’INPS è basarsi su dati oggettivi, su quelli che sono i requisiti richiesti per poter inviare le domande e quindi riuscire anche ad ottenere un certo riscontro economico. Quindi a che le domande di Naspi passano attraverso la cara INPS.
Per poter ottenere l’indennità di disoccupazione è indispensabile rispondere a specifici requisiti, che riguardano il numero di settimane lavorate, oltre all’aver perso il lavoro in maniera involontaria. In linea di massima se ci si licenzia non si ha diritto alla Naspi.
Seguendo però la normativa in maniera precisa, è possibile affermare che ci sono dei caso in cui anche se ci si dimette si può avere accesso alla Naspi. Ovviamente sono dei casi estremamente circoscritti in cui occorre sapere se si ha o meno diritto alla continuità salariale che la disoccupazione garantisce.
Si cerca di garantire la possibilità di avere una vita dignitosa
La Naspi è la misura che permette di avere una certa continuità salariale. Questo vuol dire che, anche se si perde il proprio lavoro, si ha comunque diritto ad avere il proprio salario, questo grazie alla Naspi. La misura viene erogata per un massimo di 24 mesi. Ma il calcolo della durata si basa sul 50% del tempo lavorato fino al momento dell’invio della richiesta.
Per quello che riguarda il pagamento, invece, esso dovrebbe essere pari al 75% della media dei salari percepiti nei 4 anni precedenti alla domanda stessa.
Ti licenzi ma hai diritto alla Naspi
Come affermato in precedenza, quando si presentano dimissioni volontarie non si può avere accesso alla Naspi, questo succede perchè manca il requisito della disoccupazione involontaria. Ma ci sono comunque delle ipotesi per le quali è possibile avere accesso al sostegno anche avendo presentato delle dimissioni volontarie.
Questo succede nei casi in cui si sia provveduto ad inviare delle dimissioni per giusta causa. Ma è anche possibile presentare dimissioni nel periodo tutelato di maternità, ovvero 300 giorni prima della data presunta del parto fino al compimento dell’anno di vita del piccolo. Lo stesso vale per il padre in paternità o in congedi di paternità alternativo.