Affitto troppo caro, abbassare il canone è possibile ma solo in pochi ci riescono: questo paletto blocca davvero tutti
Scopriamo quando, e in che modo, è possibile essere fortemente agevolati nel pagamento dell’affitto di casa.
Sono quasi 12 milioni gli italiani che – per scelta o per necessità – vivono in una casa pagando un regolare affitto. Si tratta, a quanto dicono le statistiche, di una cifra tendenzialmente in aumento: sono sempre meno, infatti, coloro che possono permettersi l’accensione di un mutuo per acquistare casa.
Il motivo è presto detto: i salari sono troppo bassi e gli impieghi risultano eccessivamente saltuari. Le giovani coppie, pertanto, faticano a – come si dice – “metter su famiglia”: non solo non fanno figli, ma addirittura non pare abbiano accesso neanche a finanziamenti sostenibili.
Un mercato, quello degli affitti residenziali, che risulta peraltro sempre più ristretto, soprattutto nelle grandi città e nei luoghi di villeggiatura. A sottrarre abitazioni disponibili a chi cerca casa è infatti il fenomeno degli affitti brevi, che negli ultimi anni – grazie anche al successo delle piattaforme digitali come Airbnb – è letteralmente esploso.
La fotografia attuale della situazione, pertanto, pare essere la seguente: sono sempre più coloro che cercano di sistemarsi in affitto, ma sono però sempre meno i proprietari disponibili a contratti di lunga durata.
Il canone di locazione per gli affitti residenziali
E’ chiaro che un proprietario di immobili tendenzialmente vuole ottimizzare la rendita, quindi l’affitto breve e continuo è il non plus ultra, in termini di ritorno economico. Ma, com’è noto, c’è sempre il rischio di lunghi periodi di tempo in cui l’abitazione rimane sfitta, ed ecco che qualcuno – se pur pochi – predilige ancora i classici contratti a lungo termine.
Avere un inquilino fisso per tre, quattro o cinque anni, se non di più, da certamente un ritorno economico inferiore, ma quantomeno garantisce un continuo flusso in entrata. Ma non sempre le cose vanno come dovrebbero andare.
Cosa fare quando l’affitto è troppo alto
Nonostante tutte le buone intenzioni dell’inquilino nell’onorare, sino all’ultimo centesimo, il contratto d’affitto, questo potrebbe trovarsi in una condizione tale da dover richiedere un’equa riduzione del canone di locazione.
La richiesta di abbassamento dell’affitto può sempre essere fatta in presenza di situazioni ben precise: una crisi economica temporanea ed imprevista – come ad esempio un licenziamento – o un difetto o una problematica dell’immobile, non ravvisati al momento della stipula del contratto, che possono recare serio svantaggio a chi vi abita. Come si dice: chiedere è sempre lecito, rispondere è cortesia. Il proprietario non è tenuto a rispondere positivamente alla richiesta del locatario, ma quest’ultimo può sempre far valere i propri diritti per vie legali e costringere la controparte ad accettare un canone anche molto più basso di quanto inizialmente – e informalmente – suggerito.