Complici moda e costo delle materie prime, anche i prodotti necessari all’educazione dei figli subiscono rincari. Ma di quanto?
Lo si sa: quando l’inflazione sale, tutto quanto tende ad aumentare. E, come spesso accade, c’è sempre qualcuno che se ne approfitta.
Molto spesso, infatti, per il cittadino profano, non è semplice distinguere se l’aumento di prezzo di un determinato bene sia dovuto al semplice innalzamento dei costi delle materie prime e della manodopera – causati questi, appunto, dall’inflazione – o piuttosto ad una scelta deliberata del venditore, il quale incrementa il prezzo dell’oggetto di un plus non necessariamente giustificato.
Con gli stipendi di fatto bloccati a valori degli anni Novanta è chiaro che, generalmente, si è di fatto costretti a sacrificare alcune spese, che divengono oggi decisamente troppo onerose. Si rinuncia così a qualche uscita con gli amici a cena, all’acquisto di ulteriori device tecnologici, a regalarci l’ultimo capo di abbigliamento alla moda.
Non sempre però è possibile applicare la “regola del sacrificio”: non si può stringere la cinghia su tutto. Ovviamente sono irrinunciabili tutti quei beni considerati “di prima necessità”, peraltro anch’essi rincarati in maniera vistosa. Tra questi rientrano anche, com’è ovvio, le spese per l’educazione dei figli.
Nonostante l’Art.34 della nostra Costituzione dichiari solennemente che “[l]‘istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita“, sappiamo tutti quanti che in realtà le cose sono un po’ diverse. A pesare, da un punto di vista economico, sono infatti tutte le spese accessorie che accompagnano l’ingresso a scuola dei nostri ragazzi.
Se è pur vero che nell’ambito della scuola pubblica noi non paghiamo gli insegnanti, non è che possiamo mandare i nostri figli in classe letteralmente a mani nude: zaini, astucci, cancelleria varia e libri di testo sono ovviamente necessari.
Il Codacons, nota associazione di consumatori, ha a tal proposito lanciato un importante allarme. Ciò che è stato messo in evidenza è il fatto che anche tutto il materiale scolastico ha subito dei rincari notevoli.
Se i libri di testo hanno visto un prezzo di copertina aumentato solamente del 5% circa, a subire rincari maggiori sono stati zaini, diari ed astucci di marca, soprattutto quelli associati a personaggi famosi, a serie televisive o a film di grande successo. Si stanno infatti registrando aumenti tali da far superare talvolta il costo dell’anno precedente di oltre il 15%. A patto che si riesca a vincere la resistenza che certamente faranno i nostri figli, dirottarsi su prodotti non brandizzati potrebbe però far risparmiare qualcosa: in tali casi gli aumenti non superano quasi mai il 3%.