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Lavoro, se usi la stampante ti licenziano in tronco: la sentenza non accetta più ignoranza | Stai molto attento

Cassazione
Ragazza utilizza una grande stampante in ufficio – StockAdobe – jobsnews.it

Una lavoratrice è stata licenziata perché stampava troppo. Sembra impossibile ma è successo davvero. Ma guardate come è andata a finire.

Il fatto risale almeno a cinque anni fa: una dipendente di una fondazione romana è stata licenziata “per giusta causa” in quanto avrebbe stampato un quantitativo sproporzionato di fogli, in spregio al buon utilizzo delle risorse aziendali.

Non sappiamo in realtà quanta carta la dipendente avesse mai consumato, certo è che dev’essere stata una quantità davvero imbarazzante, per spingere il datore di lavoro a chiudere il rapporto in tronco in tal modo.

Fatto sta che la signora non ci sta, e procede ad impugnare il licenziamento. Il tribunale di primo grado, nel 2019, accoglie la richiesta della dipendente e giudica illegittimo il licenziamento, ai sensi del comma 5 dell’Art.18 dello Statuto dei lavoratori. Ciò ha comportato la condanna  del datore di lavoro, con una indennità risarcitoria onnicomprensiva pari a dodici mensilità.

Ma la fondazione non si da per vinta e fa intervenire anche la Corte d’Appello, la quale pronunzia la propria sentenza a metà 2021. I togati sostanzialmente confermano l’illegittimità del licenziamento e addirittura elevano la misura del risarcimento, portandola a ben diciotto mensilità.

Le motivazioni della Corte d’Appello

La Corte ravvisa, nel comportamento della dipendente, un’evidente violazione degli obblighi contrattuali in relazione al CCNL di riferimento, in quanto non si è ottemperato con diligenza e scrupolo ai propri doveri d’ufficio: non solo si è stampato un numero considerevole di pagine in spregio al buon utilizzo delle risorse aziendali, non si è in seguito neanche fornito alcuna spiegazione al riguardo al proprio datore di lavoro.

Quanto detto, però, non inficia il fatto che la sanzione comminata dalla fondazione, ossia il licenziamento, sia da considerarsi totalmente sproporzionata. Inoltre, data l’anzianità lavorativa della dipendente (16 anni) e la dimensione della fondazione – che conta un centinaio di dipendenti – l’indennità risarcitoria passa da 12 a 18 mensilità.

Articolo 18
Un tradizionale simbolo della Legge e della Giustizia – StockAdobe – jobsnews.it

L’ordinanza della Cassazione

E veniamo quindi all’Ordinanza della Cassazione, dello scorso luglio. Secondo la Suprema Corte, che in sostanza riprende le decisioni della Corte d’Appello, la dipendente ha subito un licenziamento illegittimo, ed ha tutto in diritto di essere reintegrata.

In particolare, pur censurando la condotta contestata alla dipendente, la sanzione comminatale risulta sproporzionata e pertanto non valida. Si chiarisce inoltre che nel CCNL di riferimento il caso di condotta negligente del dipendente prevede, quale sanzione, una semplice multa.