Conto cointestato, in caso di morte del coniuge accada proprio questo: nel contratto c’è scritto ma in pochi lo leggono davvero
Conto cointestato, che cosa può concretamente accadere quando passa a miglior vita il coniuge? Leggi bene il contratto.
La parola conto corrente, sia esso postale che bancario, è molto pronunciata nell’ultimo periodo, ma nel farlo ci vengono i brividi. Infatti con la brutta aria che tira nel nostro Paese, esso sta diventando sempre più povero. Il fatto che amiamo pagare anche per acquisti minimi con la carta di credito, ci induce a spendere con eccessiva disinvoltura, senza accorgerci che stiamo comunque utilizzando i nostri risparmi, anche se non in modo tangibile e fisico.
Non per nulla gli esperti sottolineano che non avendo in mano monete e banconote, non ci rendiamo conto che stiamo spendendo delle somme e che, una volta che consultiamo i vari estratti conti, rimaniamo a bocca aperta per gli acquisti fatti e ci arrabbiamo con noi stessi. Se poi abbiamo avuto l’idea di cointestare il conto con un’altra persona, può essere che dobbiamo poi rispondere alla controparte delle spese effettuate.
Soprattutto ciò se non esse sono state particolarmente esigue. Tanto più che ciò può anche mandare in men che non si dica in tilt il bilancio familiare, che dovrebbe starci maggiormente a cuore. Fatto sta che il conto cointestato può essere di due generi, che può essere stipulato con firma congiunta o disgiunta.
Nel primo caso significa che non possiamo compiere nessuna azione senza il previo assenso degli o dell’altro intestatario. Nel secondo invece, possiamo muoverci più liberamente. E qui può nascere la falla se una o più persone a cui è intestato il conto ha le classiche mani bucate. E che cosa accade se l’altra persona a cui era contestato, se è stato nostro coniuge, passa a miglior vita?
Conto cointestato o disgiunto fra due coniugi
La questione non è così semplice e pertanto da prendere sottogamba. Difatti, sovente, non ci pensiamo e quando ciò accade, oltre al dolore provato, non sappiamo sostanzialmente che pesci pigliare se si parla di denaro, dal momento che potremmo poi chiedere tempestivo consiglio alle persone sbagliate, con il concreto rischio di perdere molti soldini e non ricevere quel che ci spetta di diritto.
Cominciamo con il dire che il conto cointestato può offrire una certa forma di sicurezza, unendo tutti i risparmi in un unico posto. Tuttavia, quando poi firmiamo il contratto dobbiamo leggerlo bene e prestare attenzione anche a quelle clausole scritte in piccolo. Infatti, quando viene a mancare uno dei due cointestatari, può giocare un ruolo fondamentale la scelta che abbiamo fatto di optare per quello congiunto o disgiunto a livello di firma.
Che cosa succede quanto uno dei due non c’è più
Nel secondo caso, il coniuge ancora in vita il coniuge può utilizzare il conto, ma la banca potrebbe lo stesso bloccarlo in maniera temporanea, con il preciso scopo di evitare problemi con eventuali eredi. Questi ultimi hanno il diritto di conoscere la precisa cifra di denaro presente sul conto. Tuttavia devono presentare un atto notorio, nonché il certificato di morte.
L’intestatario può anche chiedere la chiusura del conto e ottenere l‘intero importo, ma se la cifra deve essere divisa tra gli eredi, è sempre meglio chiedere un confronto con il nostro referente di fiducia in banca, per evitare disguidi, prima di incontrare altri eredi, soprattutto se non li vediamo da tempo e non siamo in buoni rapporti.