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Postepay, ora l’AdE ti controlla anche quella: queste somme di denaro (trasferite) fanno suonare il campanello d’allarme

Contanti e, in promo piano, il logo Postepay.
Logo Postepay, la carta ricaricabile prepagata di Poste Italiane – StockAdobe – jobsnews.it

I controlli del fisco sui trasferimenti di danaro non vanno mai presi alla leggera. Anche nel caso in cui si utilizzi una prepagata postale.

Com’è noto, da diversi anni a questa parte lo Stato ha ingaggiato una strenua battaglia contro l’uso eccessivo del contante.

Nonostante i limiti di spesa massima entro i quali è consentito pagare con banconote siano variabili nel corso del tempo – oggi, ad esempio, il limite è stato posto a 5.000 € – è un fatto che tale metodologia di pagamento risulti fortemente disincentivata. E il motivo è presto detto: si tratta, in buona sostanza, di tentare di porre un argine al dilagare del lavoro nero e dell’evasione fiscale.

Non a caso, esistono anche dei sotto-limiti all’uso delle banconote. Ad esempio, nel mondo assicurativo il limite dei 5.000 € è stabilito solamente per le polizze RCA, mentre scende a 750 € per i danni non auto e si azzera addirittura per i contratti vita.

Il disincentivo all’uso del contante è confermato anche dalla non detraibilità delle spese effettuate con tale metodologia di pagamento. In sintesi, per chi intendesse eludere il fisco, vi sono alla fin fine poche opportunità per aggirare i suoi controlli.

Carte prepagate e controlli dell’Agenzia delle Entrate

Uno degli strumenti che qualcuno può pensare valido in alternativa al contante per poter eludere i controlli dell’Agenzia delle Entrate è la carta prepagata, in primis la Postepay, emessa da Poste Italiane. La sua versione di base, infatti, risulta assai facile da attivare e presenta bassissimi costi di gestione.

In quanto ricaricabile anche in contanti presso gli sportelli postali, si potrebbe pensare che essa sia esente dai controlli del fisco; inoltre, rispetto alle banconote essa possiede un vantaggio in più, perché consente anche gli acquisti su internet. Ma veramente Guardia di Finanza ed Agenzia delle Entrate non attenzionano, nei loro controlli a tappeto, anche questa tipologia di pagamenti?

Applicazione Poste Mobile per smartphone.
App Postepay, scaricabile sul proprio smartphone – StockAdobe – jobsnews.it

I pagamenti con Postepay

Le carte prepagate di Poste Italiane sono uno strumento enormemente utilizzato. Già da qualche anno, infatti, Poste ha ottenuto la leadership delle prepagate in Italia, con numeri che superano abbondantemente i venti milioni di pezzi emessi.

E’ chiaro che a numeri così importanti corrispondono altrettante rilevanti transazioni, che non possono lasciare indifferenti gli enti preposti ai controlli fiscali. Finché si tratta di piccole somme, è probabile che né la Guardia di Finanza né l’Agenzia delle Entrate sospettino alcunché, ma se le cifre impiegate negli acquisti con Postepay cominciano ad essere sostanziose, è ovvio che il fisco si attivi, in quanto esso può legittimamente supporre che dietro tali operazioni si celino redditi non dichiarati.