Assegno di inclusione: scattano i controlli a tappeto | Chi non rispetta questi requisiti deve dirgli addio
L’INPS ha avviato una serie di controlli a tappeto su coloro che sono beneficiari dell’Assegno di Inclusione, ecco chi rischi la sospensione.
L’Assegno di Inclusione sta per compiere un anno. Il 18 dicembre del 2023 è stata aperta la possibilità di inviare la richiesta per poter ottenere il beneficio economico pensato dal Governo Meloni a sostegno delle famiglie in difficoltà economica.
Fino al mese precedente centinaia di famiglie italiane potevano beneficiare del Reddito di Cittadinanza, ma poi la decisione presa, è stata quella di eliminare tale misura, per far spazio all’ADI. Quest’ultima misura si è rivelata oltremodo efficace per aiutare i nuclei in difficoltà economica, anche se i requisiti da soddisfare sono molto stringenti rispetto a quelli che erano richiesti dall’RDC.
Per poter beneficiare dell’Assegno di inclusione, occorre rispettare il limite reddituale imposto dalla legge, ma all’interno del nucleo deve anche essere presente un minore, ovvero una persona disabile o con più di 60 anni.
Questi sono i casi in cui le domande ADI sono state accettate. In questo anno, molti i controlli da parte delle autorità, ma fino ad oggi non si era mai provveduto a verificare questo particolare che potrebbe togliere il sussidio a molti.
Assegno di Inclusione, occorre mantenere i requisiti in maniera costante
A seconda dei requisiti che vengono soddisfatti viene erogato il sussidio con importi differenti. Ma nonostante ogni nucleo familiare percepisca un importo diverso dagli altri, ci sono alcuni requisiti che devono essere rispettati in maniera costante. Nel caso in cui uno o più dei requisiti, vengono persi, si dovrà salutare in maniera definitiva l’aiuto economico concesso dallo Stato Italiano. Nell’arco di questo anno, sono stati molti i controlli svolti sui beneficiari, alcuni di essi, sono stati possibili grazie alla collaborazione di Servizi Sociali e Centri per l’Impiego.
Ma ora che siamo a ridosso del primo anniversario del sussidio, ecco che partono ulteriori controlli a tappeto. Questa volta ci si sofferma su una mancata comunicazione da parte del cittadino. Non saranno pochi coloro che dovranno rinunciare al sussidio economico.
Controlli a tappeto, prima del nuovo ISEE
A gennaio i cittadini italiani che beneficiano dell’Assegno di Inclusione, dovranno presentare il nuovo ISEE. Intanto l’INPS provvede controlli per andare ad individuare coloro che hanno avviato un rapporto di lavoro con regolare contratto e non lo hanno comunicato con ADI-com esteso. Chiunque avvii un rapporto di lavoro ha il dovere di comunicarlo entro 30 giorni, in modo tale che si possa provvedere a un nuovo calcolo delle spettanze.
Le domande per cui si rileveranno delle incongruità, verranno sospese per mancata comunicazione delle variazioni occupazionali. La sospensione non pregiudica un eventuale diritto sulle mensilità arretrate, ma piuttosto si quelle future, che o verranno ridotte o del tutto cancellate. Se entro 3 mesi non si provvede alla comunicazione la domanda ADI sarà considerata decaduta.