Pensione di reversibilità, in questo caso non ti danno neanche un euro: la legge parla chiarissimo e ci mette un punto
C’è un caso specifico in cui per la tua pensione di reversibilità non ti danno nemmeno un euro. A deciderlo è proprio la legge.
Gli aspetti pensionistici in Italia sono veramente molteplici. Uno degli argomenti economici su cui, probabilmente, si pone maggiore attenzione, per via di una serie di cavilli che possono portare il cittadino a beneficiare o meno della misura economica. Proprio negli ultimi mesi si è discusso molto degli assegni pensionistici e della possibilità che essi vengano aumentati nei prossimi mesi.
Le decisioni prese in merito ai cedolini al momento non hanno accontentato nessuno: gli aumenti risultano infatti fin troppo modesti, anche se c’era da aspettarselo.
Ma tralasciando per il momento quello che comunque resta un’argomento su cui molti pongono notevole attenzione, occorre ora parlare dell’assegno di reversibilità. Un beneficio che talvolta rappresenta l’unico sostentamento di una persona, ma che potrebbe essere tolto in alcuni specifici casi.
Se il tema pensione è complicato, semplice immaginare che lo sia ancora di più l’assegno di reversibilità.
La pensione di reversibilità e quando spetta
La regolamentazione italiana parla piuttosto chiaro: per poter accedere all’assegno pensionistico occorre aver maturato i requisiti previsti dalla legge stessa, sia per quanto riguarda la contribuzione che l’età anagrafica. In realtà, quello che i meno esperti non sanno è che ci sono molteplici tipologie di assegni pensionistici, e a ognuno di essi vi accede a seconda della tipologia di lavoro svolta in età attiva, ovvero alla tipologia di contributi che sono stati versati. Inoltre, coloro che raggiungono l’età di 65 anni e risultano essere in possesso di redditi molto bassi, ma non hanno maturato i contributi necessari per avere la pensione da lavoro, anche minima, possono procedere inoltrando domanda di assegno sociale o pensione sociale.
In caso di decesso del coniuge, invece, il familiare superstite può aver diritto alla reversibilità. Si ricorda che a quest’ultima hanno accesso il consorte o i figli della persona defunta, e cercheremo di comprendere quando la richiesta viene respinta.
Reversibilità: ad esprimersi in merito è la Cassazione
La reversibilità costituisce una percentuale dell’assegno pensionistico della persona defunta, e viene corrisposta al coniuge ancora in vita, oppure ai figli, nel caso in cui sussistano i requisiti. Per quello che riguarda quest’ultimo caso, la reversibilità viene concessa solo nel caso in cui ci siano dei figli minorenni, o maggiorenni disabili e non coniugati. Ma secondo l’ordinanza n. 14.287 del 22/05/2024, ci sono casi specifici in cui la reversibilità non viene riconosciuta.
In particolare, i familiari della persona defunta non hanno diritto a reversibilità nel caso in cui esso percepiva, quando era in vita, l’assegno sociale o la pensione sociale. Tali misure non prevedono alcuna possibilità di reversibilità.