Compagnie telefoniche, cambia tutto ancora una volta: neanche te lo comunicano | Decisione definitiva
A stravolgere il mercato della telefonia è, questa volta, un tribunale: scopriamo cosa cambierà presto per tutti gli utenti italiani.
Comprendere veramente bene cosa firmiamo quando sottoscriviamo un contratto con una compagnia telefonica è, com’è noto, veramente difficile. Assai spesso, infatti, ci ritroviamo in situazioni ben diverse da quelle che immaginavamo, proprio per le innumerevoli clausole che abbiamo sottoscritto e che, sinceramente, risultano difficili da interpretare.
Tra le tante voci che possono presentarsi in un contratto di telefonia, a parte quelle ovvie del traffico voce e dati, ve ne sono altre le quali, spesso, non sono molto chiare per gli utenti. Ad esempio, nel caso in cui si stia trattando di un contratto per Internet a casa, in bolletta si paga generalmente anche un canone per il router e – talvolta – pure i costi necessari alla sua installazione.
Fino ad oggi le compagnie telefoniche hanno goduto di un particolare privilegio, ossia quello di poter “spalmare” il costo di modem, router ed altri servizi aggiuntivi con rateizzazioni decisamente lunghe, anche per diversi anni, tanto da non incidere più di tanto sulle bollette dell’utente finale.
Questa cosa, però, da adesso potrebbe cambiare definitivamente: Iliad infatti, noto operatore outsider tra i grandi big della telefonia, ha vinto un importante ricorso al TAR, del quale diamo qualche dettaglio di seguito.
Il ricorso al TAR
Alla base del ricorso di Iliad c’è una precisa normativa AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) che consentiva, sino ad oggi, agli operatori del settore di proporre rateizzazioni per i servizi aggiuntivi oltre i canonici 24 mesi, termine massimo stabilito dal Codice Europeo.
Al termine del dibattimento, il TAR ha dato ragione ad Iliad e, pertanto, queste rateizzazioni assai lunghe non potranno più essere concesse da nessuno. Da adesso in poi, quindi, i canoni e le spese per i servizi aggiuntivi avranno necessariamente durate inferiori ai 24 mesi, con un conseguente aggravio del costo di rata per l’utente finale.
Cosa succederà adesso?
La prima domanda che si fanno tutti coloro che hanno in passato sottoscritto questo tipo di contratti è però la seguente: che cosa succederà ai contratti in essere? verranno rivisti per adeguarli alla normativa europea?
La domanda è legittima, e al momento non sappiamo esattamente cosa succederà. C’è però da credere che per ciò che è già stato ratificato tra le parti non dovrebbe esserci alcuna sorpresa, e che gli attuali contratti “in deroga” rimarranno in vigore – così come sono – anche per i prossimi anni.