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Rifiuti, entra in vigore la nuova direttiva quadro europea e fa sul serio | Ti scuoiano con sanzioni da 2.500€

Una montagna di rifiuti abbandonati
Una discarica di rifiuti a cielo aperto – StockAdobe – jobsnews.it

Quando “ce lo chiede l’Europa”, c’è poco da fare. Scopriamo cosa non potremo più buttar via a cuor leggero senza rischiare una multa.

E’ ormai entrata a far parte della nostra routine quotidiana da diversi anni: stiamo parlando della cosiddetta “raccolta differenziata“.

Se però è piuttosto semplice per ognuno di noi capire dove smaltire, ad esempio, carta e cartone o vetro e plastica, vi sono alcuni rifiuti che talvolta facciamo davvero fatica a inquadrare bene, rimanendo spesso interdetti sul dove buttarli. Certo, si dirà, c’è sempre il cassonetto del non differenziabile a a darci una mano.

In realtà, all’interno di tali cassonetti dovrebbe andarci solo ciò che rimane dopo aver effettivamente smaltito tutto il riciclabile e non, come invece spesso accade, diventare un ricettacolo di quello che non sappiamo come differenziare. Sino a fine 2024, all’interno di questi cassonetti, è stato in alcuni casi possibile gettare tutti i nostri rifiuti tessili: vecchie scarpe, magliette rovinate e quant’altro.

Dal 1 gennaio però non è più possibile considerare non differenziabile il rifiuto tessile. A stabilirlo è una nuova normativa europea, che impone a tutti gli stati membri di permettere ai cittadini di far rientrare nella routine della differenziata anche i loro vecchi vestiti.

Che cosa ci impone l’Europa

L’obiettivo dell’UE è quello di ridurre drasticamente l’inquinamento provocato dal fenomeno della fast fashion: si comprano sempre più capi d’abbigliamento e ci se ne disfa sempre più velocemente. Tutto questo contribuisce drammaticamente all’aumento della CO2 nell’atmosfera – dal 2% al 10% del totale delle emissioni – e all’inquinamento delle acque, marine e fluviali.

Riuscire quindi a rimettere in circolo i tessuti usati può dunque garantire benefici ecologici non indifferenti. I tessuti conservati ancora in buono stato possono essere direttamente riutilizzati, mentre tutti gli altri possono venir trasformati in nuove fibre o addirittura in altri materiali.

Molti vestiti accatastati assieme
Una montagna di vestiti vecchi ed usati – StockAdobe – jobsnews.it

Le sanzioni previste

Attualmente le statistiche dicono che solamente il 12% dei rifiuti tessili, oggi, viene effettivamente riciclato. Il resto, ovviamente, finisce nell’indifferenziato. L’idea è quella di rovesciare questo dato, e per farlo gli enti locali debbono mettere a disposizione dei cittadini appositi cassonetti.

I cassonetti dedicati allo smaltimento degli indumenti in giro ci sono già, ma sono assai pochi rispetto alle esigenze reali. Si tratta di grandi container di colore giallo, facilmente individuabili perché dotati di un “maniglione” che agevola l’inserimento dei capi all’interno. E’ bene che tutti quanti iniziamo a memorizzare dove tali cassonetti si trovino perché, in caso di mancato rispetto della norma, sono previste sanzioni assai salate, che possono arrivare sino a 2.500 €.