Gender gap, le donne guadagnano in media il 20% in meno rispetto agli uomini: ecco quali fattori incidono

Le donne percepiscono in media il 20% in meno rispetto agli uomini: vediamo quali sono i fattori che influiscono sulla retribuzione
Non solo il tasso di occupazione più basso rispetto agli uomini – quasi 18 punti – ma la differenza consiste anche nelle retribuzioni: come si apprende da IlSole24Ore, in Italia le donne percepiscono una paga giornaliera di circa il 20% più bassa rispetto ai loro colleghi uomini.
Tale scompenso è frutto di diverse motivazioni come l’utilizzo più frequente dell’orario part-time rispetto agli uomini, l’abitudine minore a ricorrere agli straordinari e i livelli di qualifica più bassi, nonostante in media siano proprio le donne a essere più istruite e fatichino comunque di più a fare carriera.
I dati del Rendiconto di genere presentato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps dimostrano infatti come soltanto il 21% dei dirigenti e il 32,4% dei quadri sia rappresentato dalle donne. Per quanto riguarda il livello di istruzione, riporta Ansa, nel 2023 le donne hanno superato gli uomini sia tra i diplomati (52,6%) sia tra i laureati (59,9%), ma questa superiorità nel percorso di studi “non si traduce in una maggiore presenza nelle posizioni di vertice nel mondo del lavoro»”.
Il 29,4% delle donne occupate è “sovraistruita” rispetto al lavoro che fa a fronte del 25,4% degli uomini e questa percentuale supera il 40% tra i 25 e i 34 anni. Nel Rendiconto si apprende come le donne continuino a farsi carico della maggior parte del lavoro di cura.
Per le donne è più difficile trovare un’occupazione
Le giornate di congedo parentale utilizzate dalle donne nel 2023 sono state 14,4 milioni, mentre corrispondono ad appena 2,1 milioni quelle sfruttate dagli uomini. L’offerta degli asili nido in Italia resta insufficiente: solo l’Umbria, l’Emilia Romagna e la Valle d’Aosta infatti raggiungono o si avvicinano all’obiettivo dei 45 posti nido per 100 bambini 0-2 anni.
L’Inps spiega inoltre come le condizioni di svantaggio delle donne in Italia siano ancora rilevanti in ambito lavorativo, familiare e sociale: sulla base dei dati riferiti al 2023 il tasso di occupazione femminile è al 52,5%, di 17,9 punti inferiore a quello degli uomini. Per le donne è più difficile che l’assunzione sia a tempo indeterminato con il 18% del totale delle assunzioni a fronte del 22,6% di quelle degli uomini.
Visualizza questo post su Instagram
Le differenze salariali
Le donne rappresentano i due terzi dei lavoratori part-time – circa il 64.4% – e hanno una percentuale di questa modalità di lavoro involontario di 3 volte superiore agli uomini (il 15,6% degli occupati a fronte del 5,1% dei maschi). Tranne che per le estrazioni di minerali da cave e miniere, in tutti i settori economici che l’Inps ha preso in esame, le donne percepiscono redditi inferiori.
In maniera specifica nelle attività professionali scientifiche e tecniche il 35,1% in meno, e in quelle immobiliari il 39,9% in meno. Nel commercio la differenza corrisponde al 23,7% e del 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione. Per il servizio sanitario, l’ università e gli enti di ricerca invece le donne hanno una busta paga media inferiore agli uomini di quasi il 20%.