Da gennaio l’Europa ha imposto una nuova stretta all’emissione di CO2 da parte degli autoveicoli in commercio. E le multe sono salatissime.
Come è noto, a partire dal 2035, ossia fra dieci anni, non sarà più possibile acquistare, in Europa, un veicolo tradizionale, con motore a combustione.
Per allora, ovviamente, tutti quanti ci attrezzeremo. Ma non molti sanno che già da quest’anno l’Unione Europea ha emanato una norma che pone dei seri limiti all’emissione di CO2 da parte dei veicoli attualmente commercializzati. Una norma che impatterà clamorosamente, c’è da scommetterci, sul mercato dell’auto nel nostro continente.
La normativa entrata in vigore dal primo dell’anno è detta, dagli addetti ai lavori, direttiva CAFE. CAFE è, ovviamente un acronimo, che sta per “Corporate Average Fuel Economy“, in italiano traducibile più o meno con “risparmio aziendale medio di carburante”. Qui “aziendale” va inteso nel senso di azienda costruttrice: sono le imprese automobilistiche, infatti, ad essere in primo luogo colpite dalla nuova norma UE.
In sostanza, l’Europa impone, per il 2025, che i nuovi veicoli commercializzati non emettano mediamente più di circa 95 grammi di CO2 a chilometro. La media viene calcolata sul totale dei veicoli messi in commercio da ogni singolo costruttore.
Un totale, quindi, che vede al proprio interno sia i veicoli tradizionali, a combustione, sia gli ibridi e gli elettrici. Poiché sino allo scorso anno l’emissione consentita si attestava sino ad un massimo di 110 grammi per chilometro, va da sé che il taglio di 15 grammi potrà essere trovato, ad esempio, aumentando le vendite dei veicoli green.
E qui casca l’asino, poiché è noto che il mercato delle auto ibride ed elettriche stenta a decollare, sia per i costi di acquisto – in genere più alti di quelli delle auto tradizionali – sia per le numerose difficoltà legate alle ricariche.
E’ probabile, quindi, che le case costruttrici incassino il colpo e paghino la salatissima multa che ineluttabilmente le colpirà. Stime attuali sembrano attestare il salasso attorno a cifre davvero considerevoli: tra i 10 ed i 15 miliardi di euro di multa per l’intero comparto.
Inevitabilmente, ahinoi, c’è da pensare che tale innalzamento dei costi per le imprese avrà certamente delle ricadute non indifferenti anche sui consumatori. Non è peregrino immaginare che nei prossimi mesi il costo di un auto nuova – tradizionale, ibrida o elettrica che sia – salirà di non poco.